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Rubano i “tesori” degli ebrei e fuggono a Gerusalemme: in 3 in manette

Gli arresti sono scattati ieri. A finire in manette ebrei ortodossi di Gerusalemme. Le forze dell'ordine stanno studiando la posizione di una quarta persona

Presi i responsabili del furto avvenuto venerdì scorso in sinagoga a Milano. Si tratta di tre giovani di Mea Sharim, il quartiere ebreo ortodosso di Gerusalemme. I tre sono stati arrestati mentre la posizione di un quarto è al vaglio degli investigatori.

I malviventi che hanno portato via da via della Guastalla i “tesori” degli ebrei, oggetti sacri che oltre ad avere un valore enorme non erano mai stati rubati, sono stati scoperti dopo che due di loro sono tornati a Gerusalemme passando per la Francia per far valutare gli oggetti rubati a Milano ad un esperto.

LA DINAMICA DEL FURTO. La coppia di giovani ladri avrebbero rubato sei coppie di Rimonim, i puntali d'argento cesellato che sovrastano il Sefer Torà (la pergamena che contiene il primo libro della Bibbia) quattro Keter, delle corone votive, argenti e altri oggetti in oro con uno stratagemma: entrando in sinagoga con il pretesto della preghiera del pomeriggio, mentre uno faceva da palo, l'altro ha infilato il tesoro in un borsone. Poi la fuga in Israele.

Quanto accaduto in seguito lo racconta Dudi Bar, ufficiale del reparto investigativo israeliano Yarkon, citato dal sito di cultura ebraica Kolot: "Venerdì scorso abbiamo ricevuto uninformativa della polizia sul caso. Abbiamo saputo che la merce rubata si trova in Israele e che i ragazzi l'hanno portata a casa di un esperto di Judaica per stimare la refurtiva. Ci siamo precipitati a casa dello stesso esperto che ci ha raccontato che il giorno prima si è presentato un giovane che ha raccontato che un suo amico, un uomo d'affari francese, lo ha inviato con degli oggetti di Judaica al fine di farne stimare il valore. L'esperto ha pagato una caparra di 70.000 dollari e ha ricevuto gli oggetti".

Il ragazzo si è presentato a un appuntamento concordato con l'esperto in un albergo di Gerusalemme dove lo aspettavano i poliziotti. "Nel breve interrogatorio svoltosi nella lobby dell'albergo il ragazzo ha raccontato di essere stato mandato da due amici che lo aspettavano in macchina fuori dall'albergo. Siamo usciti fuori e abbiamo arrestato i due ragazzi", racconta il poliziotto. Dopo sono state perquisite le loro case ed è stata trovata la chiave dell'armadio in cui erano gli oggetti. Non si esclude che ne abbiano commesso altri in Italia.

IL COMMENTO DEL PRESIDENTE DELLA COMUNITA' EBRAICA. Roberto Jarach ha espresso "grande soddisfazione" per la soluzione del caso in tempi brevi ed ha ringraziato le forze di polizia "per l'impegno e la competenza dimostrata". Ora per la sinagoga è il momento di capire come questo possa essere accaduto in un edificio di culto da tempo estremamente controllato per il timore di attentati; un'attenzione ovviamente rivolta in particolare a chi entra. Domani i responsabili della comunità si incontreranno per discuterne.

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