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Venerdì, 29 Marzo 2024
Milano Centro galleria vittorio emanuele ii

Galleria: "Il comune venda il 49% e sia dedicata ai marchi prestigiosi"

La proposta di Altagamma è stata ufficializzata a Pisapia: prevede una vera rivoluzione per il salotto di Milano. Ma il sindaco: "Ci sarà un bando"

Si apre il dibattito sul futuro della Galleria Vittorio Emanuele: "E' un bene di Milano e del Paese, ci sarà un bando internazionale", dichiara Pisapia in risposta all'idea della Fondazione "Altagamma", che col suo presidente Santo Versace (senatore dell'Api) nella mattinata di lunedì ha presentato la sua proposta allo stesso sindaco.

Secondo Altagamma occorrerebbe vendere il 49% degli immobili per destinare gli spazi alle attività commerciali d'eccellenza. Secondo le valutazioni della fondazione, la galleria vale 800 milioni di euro e dovrebbe essere conferita a un Fondo immobiliare chiuso, ad esempio di durata trentennale. Il comune, vendendone la metà, ricaverebbe 400 milioni in parte anticipati e in parte a rendita annuale. L'idea già circolava e preoccupava i negozi storici.

Contemporaneamente gli spazi aumenterebbero da 20mila a 50mila mq. Secondo Altagamma, occorrerebbero circa 200 milioni per ristrutturare completamente la Galleria e dedicarlo a usi commerciali preventivati dall'advisor (cioè la stessa Altagamma, stando alla proposta), naturalmente concordato con il comune. Ma che fine farebbero gli attuali negozi? Verrebbe loro proposto un contratto nuovo, magari spostandosi e comunque condizionato all'acquisto di quote del fondo immobiliare.

Insomma, l'idea alla base della proposta è quella di selezionare preventivamente le attività in modo da concentrare quelle d'eccellenza, a 360 gradi: il 50% riservato a marche "mondiali" della moda e della gioielleria, il 20% ad arte, cultura e antiquariato (librerie comprese), il 15% al design e all'arredamento, il 10% alla ristorazione (caffetteria compresa), il 5% all'enogastronomia italiana. "Il nostro obiettivo - ha spiegato Santo Versace - è valorizzare un bene pubblico e fare in modo che il comune incassi subito tantissime risorse".

Secondo i vertici di Altagamma questo salvaguarderebbe le insegne storiche: "La libreria Bocca o anche la Rizzoli potrebbero non rimanere se il comune decidesse di mettere a gara a chi paga di più, mentre in un programma complessivo può esserci un mix equilibrato".

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