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San Vittore, evade scavalcando il muro

E' evasa dall’Icam di Macedonio Melloni domenica. La sua fuga ha riportato alla ribalta tutti i problemi del carcere milanese di San Vittore: poche guardie, sovraffollamento e mezzi di trasporto insuffienti

E' successo domenica, ma la notizia si è diffusa solo oggi. Una donna cilena di 29 anni è scappata dal carcere di San Vittore, più precisamente dall’Icam di via Macedonio Melloni.

L’Icam è una struttura collegata a San Vittore dove vengono tradotte le detenute con figli piccoli: è un carcere meno duro, sia nei ritmi che nelle strutture, più simili ad una casa famiglia che ad una prigione vera e proprioa. I bimbi passano la settimana con le madri in carcere, ma poi possono stare il fine settimana con il padre o altri familiari, al di fuori della struttura.

La donna, al momento della fuga senza figlio, ha usato un davanzale per arrampicarsi in cima al muro di cinta della struttura, che poi ha scavalcato. Una volta in cima al muro la donna ha fatto un salto di 4 metri nel vuoto ed è corsa verso una macchina che la aspettava in prossimità della struttura. La cilena sarebbe dovuta uscire al più tardi nel 2019.

La fuga ha riportato alla ribalta i problemi del carcere milanese di San Vittore, oltre che del suo distaccamento. Il primo riguarda sicuramente il numero di agenti di sorveglianza troppo ridotto rispetto al numero di detenuti da controllare: un agente, non meno di qualche giorno fa, a San Vittore ha rimediato una mano fratturata nello scontro con un detenuto sieropositivo durante l’ora d’aria. Per non parlare del fatto che non ci sono più i pullman che dovrebbero trasportare i detenuti dal carcere al tribunale, solo auto, peraltro vecchie. Alcune di queste auto sono talmente vecchie che le officine rifiutano le riparazioni perché non trovano i pezzi di ricambio o sarebbero comunque troppo costosi per le casse della prigione.
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