Galleria, il Savini non chiuderà: vinto il ricorso al Tar
Inizialmente tutelato dal comune, che poi ha fatto marcia indietro per un parere dell'Anticorruzione e non ha più rinnovato la concessione. Ma lo storico ristorante fa ricorso e vince
Il ristorante Savini non chiuderà. Il Tar lo considera un locale storico, «che ha contribuito in modo rilevante a costruire l'identità culturale e il prestigio della Galleria» fin dal 1867, quando venne aperto. Tutto è partito da una delibera di giunta con la quale il comune di Milano ha deciso di rinnovare la concessione degli spazi per tre ristoranti (Savini, Salotto e Locanda del Gatto Rosso), senza gara pubblica, per tutelare i locali storici.
L'assenza di gara non era stata però gradita da Basilio Rizzo, che nel 2015 era ancora presidente del consiglio comunale. Rizzo si era rivolto all'Autorità nazionale anticorruzione di Raffaele Cantone (Anac), che aveva inoltrato al comune di Milano un parere negativo. In pratica, secondo l'Anac, la gara pubblica per l'assegnazione di spazi sarebbe in ogni caso necessaria. Palazzo Marino, ad aprile 2016, non se l'è sentita, a fine consigliatura, di iniziare un braccio di ferro con l'Anac. Così ha scritto una lettera ai titolari dei tre locali, comunicando il mancato rinnovo della concessione e suggerendo il ricorso al Tar.
Ricorso che, per Locanda e Salotto, è stato però respinto. Non così per il Savini, a cui i giudici amministrativi hanno invece riconosciuto l'importanza storica e culturale, come del resto aveva fatto anche il comune stesso nell'iniziale intenzione di rinnovare la concessione. E di più, il successivo provvedimento di diniego si è fondato, secondo il Tar, proprio e soltanto sul parere dell'Anac, che va preso in generale e dunque con possibilità di eccezioni.
E la lunga tradizione del Savini rappresenta, appunto, un'eccezione meritevole di tutela.
