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Certosa Gallaratese / Via Bolla

Via d'acqua, pericolo amianto: denuncia in procura

"Risposte insoddisfacenti dal comune"

Dalle denunce alla denuncia. Il cantiere della via d'acqua sud al Gallaratese finisce sotto l'attenzione della procura di Milano. Da tempo si parla di bonifiche mai fatte in terreni troppo vicini a quelli interessati dagli scavi. Questo era stato uno dei punti "caldi" della lotta dei comitati contro il canale che trasporterà l'acqua dal sito espositivo di Expo 2015 al Naviglio Grande, transitando per i parchi della periferia ovest.

Finora però la magistratura non aveva avuto modo di occuparsene. Ma ora Enrico Fedrighini, presidente della commissione ambiente di zona 8 ed esponente dei Verdi, ha presentato una denuncia al corpo forestale dello stato, che a sua volta ha trasmesso i documenti alla procura.

AMIANTO - Il problema è costituito da una potenziale presenza di amianto nei cantieri di via Castellanza e via Bolla, a causa di precedenti bonifiche da fibre di amianto disperse nel sottosuolo in un'area molto vicina, quella del cantiere "My Bonola", peraltro tristemente noto perché - in seguito al fallimento di Unieco - la costruzione dell'edificio si è fermata, lasciando alcuni degli acquirenti senza garanzie sul futuro delle proprie abitazioni.

RISPOSTE INSUFFICIENTI - Fedrighini lamenta che comune, Arpa e MM non avevano dato "risposte esaurienti" alle domande e ai dubbi sulla presenza di amianto nel cantiere. Di qui l'intervento presso il corpo forestale, di fronte agli evidenti rischi di chi lavora nel cantiere della via d'acqua, dove viene smossa molta terra e i camion transitano scoperti. "Ci risulta - spiega Fedrighini - che, prima di avviare i lavori per le vie d'acqua, non sia stata fatta alcuna verifica al terreno".

NUOVA ALLEANZA - Alla denuncia si è arrivati dopo un lavoro di ricognizione da parte di Fedrighini, presidente della commissione, insieme al suo vice, Alessandro Bescapè (Pdci). Che ora lamenta il fatto che le risposte non siano arrivate nemmeno dall'amministrazione Pisapia. "Il lavoro che ha portato alla denuncia - spiega Bescapè a MilanoToday - è il risultato dell'asse verde-rosso che gestisce la commissione, indipendente da ogni pressione, e che non gira la testa da un'altra parte. Credo che sia la dimostrazione di una opzione politica possibile per la città, un asse di comunisti e ambientalisti come alleato a sinistra".

DEMOCRAZIA PARTECIPATA - "I grandi ruppi e la logica delle grandi opere - prosegue Bescapè - si scontrano con una visione dell'economia e della società che propugnano i comunisti, legata a doppio filo ad una vera economia verde, alla tutela della salute, alla sicurezza alimentare e al lavoro sostenibile. Per questo occorre che la democrazia partecipata integri ma non sostituisca quella rappresentativa".

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