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Giardino dei Giusti, prima la giunta lo approva, poi (l'inutile) commissione

Commissione ambiente a Palazzo Marino dedicata al contestato progetto di riqualificazione, per via del cemento al Monte Stella

La giunta di Milano conferma il suo favore al progetto di riqualificazione del Giardino dei Giusti al Monte Stella, elaborato da Stefano Valabrega per l'associazione Gariwo che lo gestisce, dopo il via libera del 30 settembre 2015 da parte della conferenza dei servizi. "L'associazione può realizzarlo", ha spiegato Chiara Bisconti, assessore al verde, in commissione ambiente a Palazzo Marino. La giunta di Milano ha deliberato il via libera il 13 ottobre.

Non è stato tenero, però, il presidente della commissione, l'esponente della sinistra Pd Carlo Monguzzi: "Aspetto da un mese di poter convocare la commissione, e la giunta decide il giorno prima", ha affermato, continuando sarcasticamente: "Certo, il Monte Stella stava per cadere e bisognava intervenire con urgenza".

Il progetto è stato duramente contestato da numerosi cittadini residenti a QT8, dall'esponente dei Verdi Enrico Fedrighini (consigliere di zona 8), e recentemente anche dal candidato a sindaco di Italia Unica Corrado Passera. Il consiglio di zona 8, di recente, ha votato contro il progetto, unendo i voti della sinistra radicale, dei Verdi e dell'opposizione di centrodestra (anche se in Forza Italia la coordinatrice regionale Mariastella Gelmini e il coordinatore cittadino Giulioi Gallera hanno preso posizione a favore di Gariwo). Ne è seguita un'aspra polemica politica che ha rischiato di spaccare ulteriormente il centrosinistra.

La sovrintendenza aveva inizialmente dato parere negativo per poi accogliere alcune correzioni, che però - per chi si oppone al progetto - non sono sufficienti: restano le colate di cemento e resta un auditorium, incompatibili con un parco vincolato. Anche Stella Bottoni, figlia dell'architetto Piero, progettista del Monte Stella, ha espresso il suo disappunto al sindaco di Milano, Giuliano Pisapia, con un'accorata lettera aperta.

Ma Palazzo Marino va avanti. "L'importanza di questo progetto - ha spiegato Bisconti - è avere un luogo fisico in cui vivere la memoria in un'ottica didattica e diesperienza individuale". E Gabriele Nissim, presidente di Gariwo, ha (ovviamente) dichiarato la sua soddisfazione: "Siamo felici che il sindaco abbia sottolineato l'importanza, per l'intera città, di un luogo diventato negli anni un modello non solo per l'Italia ma per l'Europa e il mondo", ha commentato, aggiungendo: "Ribadiamo la nostra disponibilità al confronto e al dialogo, come peraltro abbiamo fatto durante tutto il percorso di messa a punto del progetto".

"Se è un luogo pubblico occorre una procedura di evidenza pubblica", ha replicato Fedrighini spiegando che il progetto non rispetta l'esistente e si realizza con una procedura anomala. Per di più, esiste un progetto alternativo, elaborato direttamente dal settore Verde del comune di Milano, che però non è mai stato preso in considerazione. "Sentire questa mancanza di trasparenza fa male e non si capisce perché non si sia tenuto conto del parere del consiglio di zona", commenta Anita Sonego di Rifondazione. Così anche Luca Lepore della Lega Nord: "La mancanza di ascolto dei cittadini è inqualificabile". E Giuliana Parabiago (comitato QT8) illustra la contrarietà dei residenti: "Giardino è qualcosa fatto di alberi, non di muri". 

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