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MuFoCo, l'appello dei lavoratori: «Valorizzate cultura e difendeteci»

Con il museo di fotografia contemporanea di Cinisello che è vicino alla chiusura anche tredici lavoratori e lavoratrici rischiano il loro posto di lavoro: «Cinisello Balsamo come l'Italia, non si valorizza chi lavora nell'arte»

Del rischio chiusura del Museo della Fotografia Contemporanea di Cinisello Balsamo abbiamo scritto più volte e che il mese di settembre sia cruciale è dato dal fatto che il 29 del mese si terrà il consiglio di gestione in cui si capirà il futuro dell’ente museale.

Nel pomeriggio di giovedì 18 settembre i lavoratori del MuFoCo hanno tenuto una riunione interna alla presenza di Maurizio Crippa (segretario generale della Cgil Milano) perché la loro carriera lavorativa, va da sé, è a forte rischio.

I tredici lavoratori del MuFoCo (2 dipendenti, 3 partite iva e 8 contratti a progetto) si sono affidati al sindacato per cercare di trovare una soluzione e salvare la loro attività lavorativa.

Di seguito riportiamo l'intervista alle due rappresentanti dei lavoratori del MuFoCo Fiorenza Melani e Diletta Zannelli (entrambe lavoratrici nel museo).

Qual è la situazione attuale del museo?
«Dei due partner del museo di fotografia il Comune di Cinisello ha rinnovato la convenzione (scaduta il 31 dicembre 2013) con la sua quota di 300.000 euro, mentre la Provincia no (200.000 euro, ndr). Abbiamo scritto sia al presidente Podestà che all’assessore alla cultura Maerna, ma senza ottenere risposte. Il passaggio dalla Provincia alla Città Metropolitana ha complicato ulteriormente la situazione».

La vostra situazione lavorativa invece?
«Non sappiamo se il baratro per noi sia a dicembre 2014 oppure già dal prossimo mese di ottobre visto che la quota della Provincia non è arrivata, il Comune da solo non può farcela e servirebbe qualche nuovo partner all’orizzonte. Navighiamo a vista, nell’incertezza, per giunta in una situazione di debolezza contrattuale».

E dire che di appelli ne avete fatti in questi mesi, così come di iniziative per portare alla luce i problemi.
«Non ci siamo mai fermati, dalla raccolta firme agli appelli con le istituzioni, ma Cinisello è lo specchio dell’Italia: non viene valorizzato chi lavora nell’arte e questa attività è vista come un hobby. Invece il bene culturale (MuFoCo) va difeso così come anche il lavoratore. La cultura ha bisogno di essere finanziata in modo che sia gestita da persone laureate e qualificate».

Ma la vostra battaglia non finisce qui giusto?
«Esattamente, stiamo valutando come andare avanti e noi lavoratori ci siamo organizzati con il sindacato. Venerdì 19 settembre abbiamo un incontro con il sindaco Siria Trezzi e l’assessore alla cultura Andrea Catania perché vogliamo creare un tavolo di discussione e sollecitare con la Cgil le istituzioni a svolgere i loro compiti».

Il MuFoCo da molti a Cinisello è visto come risorsa, da altri invece come uno spreco. Voi che ne pensate?
«Per rispondere basta fare un esempio: in due mesi di esposizione (i due mesi estivi di luglio e agosto) alla Triennale di Milano le opere del museo hanno portato 12.000 visitatori. La stessa cifra il MuFoCo la raggiunge a Cinisello nell'arco di un anno intero. E’ mancata una strategia comunicativa in questi 10 anni, non si è investito in un ambito cruciale per la diffusione del museo». 

I tredici lavoratori non demordono, finora gli stipendi sono stati tutti pagati (anche se con qualche ritardo), ma il 27 settembre sarà pagata la prossima mensilità? E poi, visto che fino a dicembre l’attività del museo dovrebbe (il condizionale è d'obbligo) essere garantita, dal 1 gennaio 2015 che futuro attende il MuFoCo e i suoi tredici dipendenti?

riunione lavoratori MuFoCo-2

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