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Rottura all'interno del Pd cinisellese, più di 60 iscritti si auto-sospendono dal partito di Trezzi

Con una lettera del 17 febbraio, resa pubblica solo in questi giorni dopo i risultati elettorali delle politiche, oltre 60 iscritti al Partito Democratico di Cinisello Balsamo comunicano la decisione di autosospendersi dagli incarichi e dalle attività del partito locale

Chiamatela scissione, oppure fuoriuscita. Sicuramente una spaccatura che appare insanabile a questo punto. La notizia arriva come un ulteriore fulmine nel cielo nuvoloso del Partito Democratico, già scosso dai risultati delle elezioni politiche con chiaro riflesso sulle prossime amministrative di Cinisello Balsamo.

Con una lettera del 17 febbraio, inviata ai segretari nazionale, regionale, metropolitano e dei tre circoli territoriali, oltre 60 iscritti al Partito Democratico di Cinisello Balsamo si sono autosospesi dagli incarichi e dalle attività del partito locale.

Così si legge da un estratto della lettera: «Tale “sofferta scelta” nasce dall’opposizione da parte del sindaco in carica (Siria Trezzi, ndr) e di una parte dei dirigenti del Pd locale e metropolitano di utilizzare le primarie come metodo per scegliere il candidato sindaco per le prossime elezioni comunali del giugno 2018».

E prosegue: «Gli iscritti autosospesi avevano segnalato già da luglio, dopo le elezioni amministrative di giugno 2017, un distacco degli elettori Pd dai suoi eletti nelle istituzioni e dal partito stesso e avevano chiesto un periodo di riflessione e di ascolto dei cittadini. Sono stati del tutto inascoltati, anzi hanno subìto le classiche forzature di potere da parte dei vertici del partito metropolitano e regionale a sostegno della candidatura unica del sindaco uscente Siria Trezzi».

Da qui la rottura: «Piuttosto che mettere in sicurezza il partito si è preferito garantire chi il potere già lo detiene anche ricorrendo a metodi che hanno distorto le regole statutarie e ignorato la volontà degli iscritti. Le manovre messe in atto sono giunte fino alla poco lungimirante destituzione del segretario politico (Luigi Marsiglia, ndr), che si era opposto a manovre di vertice, e a sottrarre il diritto di voto dei consiglieri comunali nella direzione del partito».

La scelta dell’autosospensione da parte di 62 iscritti (e pare che stiano pervenendo ulteriori richieste), tra cui ci sarebbero ben tre consiglieri comunali e diversi componenti della direzione cittadina, «intende sottolineare il dissenso verso l’operato dell'attuale gruppo al potere nel partito locale e vuole anche rimarcare una discontinuità di progetto politico, con una visione militante e non di establishment».

La lettera del 17 febbraio è stata resa pubblicamente nota dopo il voto del 4 marzo «per non consentire strumentalizzazioni propagandistiche contro il Pd da parte di forze politiche avversarie».

Infatti, nelle elezioni politiche e regionali appena concluse, i sottoscrittori della lettera hanno comunque sostenuto all’uninominale i candidati Pd e alla Regione Lombardia Giorgio Gori, votando per le liste “minori” della coalizione che lo appoggiavano.

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