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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Le educatrici degli asili nido: «Siamo in lutto, esternalizzare è una perdita irreversibile»

Le educatrici degli asili nido comunali spiegano le loro ragioni in una lunga lettera: «I nidi sono in lutto perché chi li deve amministrare non vuole più investire su di essi e decide di esternalizzare i servizi per risparmiare denaro»

Dopo le polemiche prima dell'Open day degli asili nido comunali arrivano quelle post, e a infiammare la situazione che è già ai ferri corti con l'amministrazione comunale ci pensano le educatrici stesse che, in una lunga lettera, spiegano tutto il loro malcontento. Ecco qui di seguito la missiva che riportiamo in versione integrale.

«Open Day con lutto: noi educatrici, dirette interessate, vi spieghiamo il perché. Venerdì 12 aprile si è svolto l'open day dei servizi all'infanzia del Comune di Cinisello. E' sempre stato un momento festoso, ricco di iniziative e proposte per la cittadinanza».

«Nidi aperti per i futuri utenti che potevano visitare gli spazi e conoscere il personale nell'intera mattinata di un sabato, e nidi in piazza per presentare alla cittadinanza le proposte educative dei nostri servizi. Laboratori, giochi, mostre fotografiche (per un'intera settimana al Pertini) e spettacoli teatrali: tutto questo per dire che i nidi comunali sono qualcosa di bello e prezioso per chi li frequenta e per tutti coloro che hanno a cuore l'infanzia».

asili nido cinisello lutto:1-2

«Quest'anno non è andata così. E noi ce ne assumiamo la responsabilità. L'Open day è stata l'occasione per noi educatrici di esprimere il nostro enorme dispiacere per quanto l'amministrazione comunale ha deciso rispetto al futuro dei nidi comunali».

«I nidi sono in lutto perché chi li deve amministrare non vuole più investire su di essi e decide di esternalizzare i servizi con l'unico scopo di risparmiare denaro. Siamo sempre state disposte a lavorare il sabato, a organizzare eventi, a raccontare a tutti la bellezza e il valore dei nidi, perché abbiamo sempre creduto di essere inserite in un contesto di valorizzazione dei servizi educativi».

«Questa volta no. Come lavoratrici crediamo che la nostra professionalità non sia stata rispettata né riconosciuta. Nessuno dei nostri responsabili (né dirigente, né assessore) ci ha incontrate per informarci sul futuro dei servizi, nessuno ci ha spiegato le motivazioni che hanno portato a questa decisione, né le analisi delle diverse alternative che mostrino come l'esternalizzazione sia oggi una scelta utile e necessaria».

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«Si sono prese decisioni importanti, senza una sola occasione di confronto e discussione. Noi che ogni giorno, insegniamo ai bambini l'importanza dell'ascolto e del dialogo, non possiamo rimanere indifferenti di fronte ad atteggiamenti di ostile chiusura. L'esternalizzazione del nido il Girasole, che verrà affidato a Ipis, modifica in modo sostanziale lo scenario dei servizi comunali».

«Dei 5 asili nido comunali presenti in città, 3 risulteranno affidati all'esterno e solo 2 rimarranno (per quanto tempo non si sa) gestiti in economia. In apparenza questa può sembrare un'operazione in continuità con quanto accaduto negli ultimi anni, ma non è così. Noi abbiamo la convinzione che non si siano create le occasioni per raccontare ai nostri amministratori con il giusto grado di dettaglio che cosa sono i servizi all'infanzia del Comune che stanno governando».

«Gli attuali nidi di Cinisello sono figli di una storia antica e gloriosa. Non si tratta soltanto di servizi di qualità rivolti alle famiglie con bambini piccoli. Questo è noto a tutti ed è sufficiente farsi raccontare l'esperienza da chi l'ha vissuta. Quello che forse è meno noto è che una parte importante del lavoro svolto all'interno dei nidi non ha a che fare direttamente con la cura rivolta ai bambini».

«Così come previsto dai nostri progetti pedagogici, i servizi all'infanzia comunali si propongono di essere generatori di cultura: promuovono un pensiero dell'infanzia diffuso che facilita la trasmissione di un'idea di bambino e di educazione profonda e autenticamente calata nei contesti di vita cittadina. Al di là del servizio di asilo nido, gli attuali servizi comunali sono promotori di progettazioni e sperimentazioni educative di riconosciuto valore sia a livello accademico sia a livello nazionale (abbiamo partecipato al convegno nazionale nidi e siamo state invitate al gruppo nazionale nidi come esempio di Comune virtuoso sul tavolo 0-6)».

«Giusto per fare qualche esempio, da anni è attiva una collaborazione con l'università Bicocca. Cinisello ospita gli studenti che si accingono a entrare nel mondo del lavoro con la qualifica di educatori e la permanenza nei nostri servizi comunali è riconosciuta come un'esperienza altamente formativa per la possibilità di conoscere metodologie di lavoro all'avanguardia. I progetti di pedagogia intergenerazionale attivati sul territorio che vedono i bambini interfacciarsi con persone di età anagrafica diversa (anziani e adolescenti) si inseriscono nelle linee di sperimentazione pedagogica più innovativa e hanno ricevuto l'attenzione anche da parte di altre amministrazioni».

«I nidi Comunali rivestono un ruolo centrale nell'articolazione del tavolo 0-6 sulla continuità educativa, nell'attuazione della legge 107 sulla Buona Scuola. L’impostazione pedagogica dell’autdoor education che abbiamo sperimentato nei nidi e che stiamo condividendo con le colleghe della scuola dell’infanzia, vedono i nidi come promotori di cambiamento e innovazione su tutto il territorio».

«Partecipiamo a convegni, facciamo pubblicazioni, organizziamo eventi rivolti alla cittadinanza riconosciuti per il loro valore culturale. Questo elenco potrebbe continuare a lungo. Tutto questo è possibile perché è stato sostenuto da una precisa volontà politica. I servizi all’infanzia non coincidono con il servizio di asilo nido inteso come luogo di cura e crescita dei bambini. C’è molto altro. Ed è questo altro che fa la differenza».

«L' esternalizzazione della maggior parte dei servizi inficia la possibilità di continuare su questo piano. Il coordinamento congiunto di nidi a gestione diretta e indiretta può in parte garantire l'erogazione di servizi di base simili, ma tutta la componente di progettualità e di sperimentazione che costituisce la qualità dei servizi andrebbe immancabilmente perduta, perché questa è resa possibile solo se ancorata a una struttura forte e identitaria come quella comunale».

«Solo la tenuta di una gestione in economia può avere una funzione da traino nei confronti di altri servizi e altri contesti organizzativi. E’ l’etimologia della parola stessa che ce lo dice: economia significa legge della casa. Non possiamo imporre le nostri leggi in una casa che appartiene ad altri. Non possiamo imporre a chi ha contratto diverso, organizzazione diversa, referenti diversi, la nostra impostazione pedagogica. Soprattutto se siamo servizi minoritari nel panorama cittadino».

«L'identità dei servizi si può mantenere solo se il ricambio tra personale in uscita e in entrata si articola attraverso lo scambio intergenerazionale tra operatori. Esternalizzare un servizio implica recidere il legame con il passato: è una perdita irreversibile di continuità, soprattutto in quei quartieri della città dove più è necessaria una chiara coscienza identitaria».

«Non abbiamo nulla contro le colleghe di Ipis. In questi anni abbiamo lavorato insieme e abbiamo cercato di esportare il nostro modello pedagogico. Ma ci chiediamo perché lavoratori che svolgono lo stesso compito debbano avere condizioni contrattuali e salariali diverse».

«L'amministrazione vuole risparmiare: noi non siamo convinte che l'unica possibilità di risparmio sia quella che si fonda su peggiori condizioni di lavoro del personale educativo. Ci sono momenti in cui il flusso degli eventi sembra subire un'accelerazione improvvisa e precipitare verso direzioni impreviste. Ci sono cioè momenti in cui la storia sembra condensarsi in decisioni e scelte le cui ricadute richiedono un forte senso di responsabilità».

«I servizi all'infanzia comunali si trovano in uno di questi momenti e noi, che ne siamo parte in causa, chiediamo con forza di non cambiare la direzione di questa storia. Attualmente non vige il blocco delle assunzioni e infatti l'amministrazione sta facendo scelte importanti rispetto al piano di reclutamento del personale».

«Abbiamo un'amministrazione, per dirla con Sartre, che è “condannata a essere libera”: deve scegliere in quale direzione tracciare il futuro di questi servizi. Noi non siamo in linea con quanto si vuole fare e lo sosteniamo con la forte convinzione che sicurezza ed educazione non siano obiettivi in competizione».

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