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Cinisello Balsamo Cinisello Balsamo / Via Giacomo Matteotti

Colla e Ghilardi: «Trezzi fa spallucce su "moschea" abusiva, ma non applica la legge»

Il Carroccio replica al sindaco Trezzi: «Non è ammissibile continuare a chiudere gli occhi di fronte a magazzini, negozi, capannoni o appartamenti privati usati come moschee. Un colpo di spugna non è sufficiente per azzerare anni di abusivismo e di non rispetto delle norme»

Non si placa la polemica sulla "moschea" di via Matteotti a Cinisello Balsamo dopo la sentenza del Tar. Dopo il botta e risposta tra Lega Nord e il sindaco Siria Trezzi, arriva una controreplica da parte del Carroccio.

Così il vice capogruppo in consiglio regionale Jari Colla e il consigliere comunale Giacomo Ghilardi: «Dopo la sentenza del Tar che ci ha dato ragione, l'amministrazione comunale fa spallucce dicendo che non può provvedere allo sgombero dei capannoni industriali, come prevede la legge regionale, perché il centro di via Matteotti non si qualifica come luogo di culto ma come associazione culturale». 

Proseguono i due: «Sappiamo benissimo che questo è l’escamotage che usano buona parte degli imam che aprono moschee abusive. Al sindaco Trezzi chiediamo che faccia applicare immediatamente la legge».

I due consiglieri leghisti si rifanno alla lettera che l’assessore regionale al Territorio Viviana Beccolossi ha inviato ai sindaci lombardi: «Se non si rispettano i requisiti previsti dalla legge, i sindaci possono intervenire per interrompere l’attività, perché non è ammissibile continuare a chiudere gli occhi di fronte a magazzini, negozi, capannoni o appartamenti privati usati come moschee. Strutture prive di alcun tipo di controllo e spesso in sprezzo ad ogni normativa vigente».

Poi i due attaccano: «Al Comune che si dice ben contento di "proseguire in un cammino di integrazione non appena l’associazione dovesse cambiare la destinazione d’uso dei locali rendendoli idonei al nuovo utilizzo", diciamo che parte decisamente col piede sbagliato se pensa che un colpo di spugna sia sufficiente per azzerare anni di abusivismo e di mancato rispetto delle norme».

Chiudono i leghisti: «Il rispetto della legge deve essere il primo requisito di una comunità che si vuole integrare; diversamente c’è sempre la possibilità di ritornare a casa propria».

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