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Cinisello Balsamo Cinisello Balsamo / Via XXV Aprile

Il Comune trova una casa privata per la famiglia abusiva sotto sgombero

La famiglia, formata da Alessandro e Irene Quattrocchi e dai loro cinque figli, aveva occupato a maggio un alloggio all'interno dei palazzoni Aler del Rione Sant'Eusebio e ora è sotto sfratto. Il Comune e i servizi sociali sono intervenuti «per tutelare la dignità umana, ma nel rispetto della legalità»

Il caso del mese di novembre a Cinisello Balsamo è sicuramente quello della famiglia che ha occupato abusivamente un alloggio di proprietà Aler e che è stata soggetta a decreto di sgombero da parte del tribunale di Monza.

La famiglia, formata da Alessandro e Irene Quattrocchi e dai loro cinque figli, aveva occupato a maggio un alloggio all'interno dei palazzoni Aler del Rione Sant'Eusebio e a breve dovrà lasciare quella casa e si ritroverà per strada.

La coppia si è rivolta a giornali e tv (fra cui la trasmissione di Barbara D'Urso "Pomeriggio Cinque") per urlare la propria disperazione e poi è arrivata la svolta con l'intervento dei servizi sociali e dell'amministrazione comunale di Cinisello Balsamo per definire un accordo che tuteli la famiglia, ma nel rispetto delle leggi.

La famiglia avrà una nuova casa in edilizia privata formata da quattro locali con un affitto calmierato (il Comune garantirà il pagamento della cauzione di inizio affitto e verserà quattro canoni mensili per ogni anno dei quattro di affitto).

Inoltre i servizi sociali offriranno assistenza per il rimborso dei farmaci utili al figlio più piccolo dei cinque (ha tre anni) affetta una patologia del sangue.

Il sindaco Giacomo Ghilardi fa il punto: «Non è stata possibile nessuna assegnazione di casa pubblica perché la situazione di occupazione abusiva, soprattutto a seguito di denuncia presentata dal proprietario di casa, Aler in questo specifico caso, non permette, a nessun titolo, nessun tipo di assegnazione per 5 anni».

Poi aggiunge: «La rete del territorio attivata dall'amministrazione, con i servizi sociali, ha messo a disposizione un immobile in affitto, per il cui canone economico il Comune interverrà con una forma di sostegno economico contributivo. L’amministrazione interverrà poi sulle spese mediche effettivamente sostenute per il minore fragile».

Ghilardi spiega: «La famiglia ha accettato la proposta presentatagli. Una proposta su cui si stava già lavorando da tempo, indipendentemente ed a prescindere dall’eco mediatico. Si tratta di un progetto di aiuto che vede coinvolti i servizi sociali affinchè la collaborazione sia strutturata e di medio periodo e non risolva il solo problema relativo alla casa».

Il primo cittadino continua: «Per tutto questo, e per le azioni a sostegno che sono attive, ad esempio voucher per materiale scolastico e bonus mensa scolastica, serve, come per ogni cittadino, la documentazione Isee. I contatti con la famiglia sono sempre stati attivi, come lo sono per ogni cittadino; ci preme però ribadire che senza documenti idonei, ogni ipotesi di aiuto e verifica di requisiti risulta impossibile».

Ghilardi prosegue: «La situazione in cui la famiglia si trova è certamente delicata e anche piuttosto grave. Le tempistiche con cui l’amministrazione si è mossa e si muoverà sono utili ad evitare, tra le altre cose, che lo sgombero avvenga in maniera forzosa. Solerzia che la famiglia certamente metterà altrettanto in atto, nel rispetto dei cittadini che attualmente sono in attesa di assegnazione dell’immobile occupato dagli stessi».

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