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Corsico, il sindaco ammette l'errore e si difende. Ma gli insulti sulla 'ndrangheta fanno ancora discutere

Resta teso il clima politico a Corsico, dopo che Maria Ferrucci e Roberto Masiero sono stati insultati quando hanno parlato di 'ndrangheta in consiglio comunale

A Corsico non si discute, quasi, d'altro. Il consiglio comunale di giovedì 20 ottobre si è trasformato in bagarre e ora le polemiche sono feroci. Insulti, minacce da parte di alcune persone presenti tra il pubblico, all'indirizzo sia di consiglieri d'opposizione (specialmente Maria Ferrucci e Roberto Masiero), sia di altri del pubblico. L'intervento dei vigili urbani. La possibilità che tra i più agitati vi fossero persone riconducibili alla malavita locale. 

Passa improvvisamente in secondo piano la causa scatenante: il nome di Vincenzo Musitano, genero del boss della 'ndrangheta Giuseppe Perre "Maistru", sulla locandina del festival dello Stocco di Mammola, che si sarebbe dovuto svolgere in piazza Europa il 22 e 23 ottobre e che è stato invece rimandato. Nome presente insieme a quello del sindaco di centrodestra Filippo Errante e di due assessori.

A far preoccupare è soprattutto il fatto che gli insulti (all'indirizzo dell'ex sindaco Maria Ferrucci) siano esplosi quando la consigliera ha pronunciato la parola "'ndrangheta", ripetuti poi durante l'intervento di Roberto Masiero. Questo episodio (insieme, giurano alcuni, al segno del pollice sotto la gola all'indirizzo di alcune donne tra il pubblico, da parte di altre persone del pubblico) appare oggettivamente drammatico in un contesto, quello di Corsico, in cui più di cinquanta persone in passato sono state arrestate per 'ndrangheta.

Errante ribadisce la sua totale estraneità alla criminalità organizzata: «Non consento a nessuno di infangare la mia dignità di persona perbene», scrive in una nota ufficiale venerdì 21 ottobre, sottolineando di «prendere le distanze dalla criminalità organizzzata, dalla 'ndrangheta e dalle mafie» come «pietra miliare della mia vita privata e amministrativa». E in una intervista al Giorno ammette: «Non c'è dubbio che ci sia stato un errore». 

Ma da giovedì sera non è più questo il punto. D'altra parte nessuno aveva accusato Errante e la giunta di collusione con la 'ndrangheta. E se le parole del sindaco superano di fatto quelle di alcuni dei suoi consiglieri comunali ascoltate giovedì, come l'appassionato intervento di Michele Valastro (Forza Italia) a difesa dei calabresi onesti oppure quello puntiglioso di Maria Riggio (Lega Nord) che, con l'esempio della mela marcia, ribadiva che non si può accusare il genero per le colpe del suocero o del fratello, la questione cruciale diventa un'altra.

Non importa più che Errante spiegasse che la richiesta del festival era stata avanzata da due soggetti (il consorzio dello Stocco di Mammola e l'azienda Alagna & Spanò) mentre, a MilanoToday, il titolare di Alagna & Spanò ha precisato che il consorzio non c'entra niente e si tratta soltanto della sua azienda. Non importa più che lo stesso titolare, in perfetta buona fede, abbia pensato di affidarsi, per la gestione pratica (tavoli, materiale e così via), a un suo cliente, a cui fornisce lo stoccafisso per il negozio (semmai, spettava alla giunta decidere se fosse opportuno che il festival fosse affidato ad un cognome "chiacchierato").

Quello che importa è che il termine "'ndrangheta" scateni la bagarre. La politica corsichese dovrà ora pensare soprattutto a questo. Insulti, minacce, voci grosse non per un semplice disaccordo di opinioni (il presidente del consiglio comunale, Vincenzo Cirulli, nel precisare di avere cercato di riportare l'ordine, scrive in una nota: «Non è la prima volta che le persone protestano per idee non condivise»), ma per qualcosa di più grave, che investe il tessuto economico e sociale di tutta la città e coinvolge tutti i cittadini. Compresi quelli dei paesi limitrofi e della stessa Milano, dati gli ingenti interessi della criminalità organizzata.

A Corsico ci sono persone che hanno protestato contro chi evocava il pericolo della 'ndrangheta; e l'hanno fatto nell'aula del consiglio comunale. Del caso si occuperà (non più mercoledì 26, ma a novembre) il comitato per l'ordine e la sicurezza in prefettura. Ma è un problema, innanzituttto, di tutti i corsichesi. Consiglieri comunali e semplici cittadini.

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