"Tassa" per le prostitute, 350 euro alla settimana e minacce se non pagavano
Sgominata una banda che controllava quasi due chilometri della Nuova Vigevanese tra Corsico e Trezzano sul Naviglio
L'attività di gestione della prostituzione fruttava qualcosa come 28-30 mila euro al mese, considerando che le ragazze costrette a pagare erano una ventina. In alcuni casi la banda riscuoteva anche una percentuale sui guadagni, ma in misura più sporadica e variabile.
L'organizzazione arrivava però a ricavare almeno 50 mila euro al mese in tutto, secondo i calcoli dei militari, perché reinvestiva parte del ricavato della "tassa sulla prostituzione" per comprare e poi rivendere cocaina ai clienti delle prostitute. In questo caso la dose veniva ceduta direttamente dalle ragazze, tutte dell'Europa dell'Est (Albania, Romania) e tutte piuttosto giovani, anche sui vent'anni d'età, ma nessuna minorenne. Durante le perquisizioni negli appartamenti e box di pertinenza del capo, i militari hanno sequestrato in tutto un chilo e mezzo di cocaina.
Cinquantamila euro, dunque, per meno di due chilometri di strada, seppur "trafficata". Questa cifra può dare la misura dell'interesse economico (illegale, ovviamente) che ruota intorno alla prostituzione in Italia.