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Lambrate Città Studi / Via Ettore Paladini

Sergio Ramelli, in Zona 3 la mozione per vietare il corteo

Fortemente voluta dal presidente Sacristani (Fds), passa la mozione. Ma quattro del Pd si dissociano: "Non è nostro compito"

Il consiglio di zona 3 vota una mozione contro il tradizionale corteo che, ogni anno, percorre via Amadeo e termina in via Palladini per commemorare l'assassinio di Sergio Ramelli, che risale al 1975: l'allora 18enne Ramelli, studente di scuola superiore, venne aggredito a colpi di chiavi inglesi in via Palladini, non lontano dal luogo in cui abitava, e morì dopo più di un mese di coma, il 29 aprile. Data in cui, appunto, l'estrema destra milanese organizza un corteo in sua memoria (con croci celtiche e saluti romani) e, ogni anno, scoppia la polemica.

La maggioranza di zona 3 quest'anno ha voluto "giocare d'anticipo" e ha presentato una mozione in cui, oltre ad esprimere la ferma condanna per l'esibizione di simboli neofascisti, si chiede di vietare la manifestazione stessa. L'opposizione non ha digerito la mossa, anche perché la mozione è stata presentata durante una seduta (il 26 marzo) che doveva essere essenzialmente dedicata alla discussione di mozioni dell'opposizione stessa, ancora "in cantiere". In aula sono rimasti soltanto Gianluca Boari (Pdl), Rita Cosenza (Nuovo Polo) e Andrea Ancona (Lega Nord), che però non hanno poi partecipato al voto.

La linea delle opposizioni è stata quella di sottolineare che il consiglio di zona non ha alcun potere per vietare o consentire cortei e raduni, e che la Costituzione garantisce a tutti la libertà di manifestare le proprie opinioni, mentre il testo unico di pubblica sicurezza enuncia i casi nei quali le forze dell'ordine possono reprimere comportamenti (individuali o collettivi) contrari alle leggi. In altre parole: non si può dire "no" a priori alla commemorazione, ma si deve lasciare alle forze dell'ordine il compito di stabilire se le leggi vengono infrante e, in questo caso, intervenire a dovere.

Ma il voto di maggioranza non è stato compatto. Nel Partito democratico si è infatti registrata qualche defezione. Un consigliere (oltre ad astenersi ad alcuni emendamenti delle opposizioni) non ha votato la mozione, mentre altri tre si sono astenuti nella votazione finale. Due di questi quattro hanno preso la parola per affermare che non è compito del consiglio di zona intervenire su questo tema e che - nella legalità - deve prevalere il diritto a manifestare, soprattutto se si parla di un 18enne massacrato a morte.

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