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Legnano, Ivan Basso si racconta al Circolone

Il ciclista di Cassano Magnago si sta preparando a correre il Giro d'Italia: "Tutti hanno fiducia in me"

Tutto esaurito per Ivan Basso al Circolone di Legnano. Il ciclista, due volte vincitore del Giro d'Italia, ha presentato il suo libro In salita controvento. Un testo scritto a quattro mani con l'aiuto del giornalista Francesco Caielli . In 262 viene raccontata la vita di Basso: "chi mi ha fatto conoscere questo sport, le prime vittorie e anche qualche pagina personale, come la morte di mia madre". Nel libro non mancano i momenti legati al periodo più buio della sua vita: quando ha dovuto dire addio alle corse. Ma viene raccontato anche il suo ritorno sul gradino più alto del podio, avvenuto nel 2010 con la vincita del Giro. 

"Ho scritto questo libro perché la seconda vittoria al Giro era come una rinascita. Sono ritornato sullo stesso podio che avevo lasciato — ha raccontato Basso —. Ho vinto due Giri: uno contro la generazione che mi ha preceduto, uno con i miei coetanei. Ora voglio vincere contro la nuova generazione".

La sfida del 2013 di Basso, infatti, è arrivare in maglia rosa a Brescia. "Tutti hanno grande fiducia in me. La mia caratteristica migliore è la testa. Sono convintissimo di poter vincere un altro giro o un altra corsa a tappe. La cosa che può fare la differenza è la propria convinzione. Io so che a trentasei anni non posso essere forte come uno di ventotto, però se nella carriera sei riuscito a fare la differenza in situazioni difficili puoi dire ancora la tua".

Il ciclista ha parlato della sua meticolosa preparazione al Giro d'Italia. "Prima di smettere di correre voglio vincere il Giro con la giusta preparazione. Il programma che seguo è simile a quello dell'anno scorso. Se c'è qualche intoppo ripiegherò su un altra competizione. Non voglio fare una grande corsa a tappe senza una adeguata preparazione".

Driblate le domande sul doping. Un giornalista locale gli aveva chiesto se Lance Armstrong, alla luce di quanto recentemente dichiarato, fosse un fuoriclasse come si pensava negli anni scorsi. "Ognuno di noi può avere la propria opinione su questo. Io sono un atleta. Per me è difficile dare una risposta di questo tipo. Per me correre vuol dire confrontarsi con gli avversari che mi trovo davanti. Capisco molto bene il lavoro vostro (riferito al giornalista, ndr), ma dovete pensare che io sono un atleta. Parlo di ciclismo. Questa è una cosa che in questo caso non ha nessuna importanza. Può interessare solo per fare polemica e non serve a nulla".

Giro, ma senza nessun pensiero al Tour. Puntare al giro di Francia, per Basso, è difficile: "È nel mezzo della stagione, se fai male quello poi concludi male la stagione e rischi di buttare via un anno. Preferisco puntare sul Giro". Alla domanda su quale corsa a tappe fosse più difficile il ciclista di Cassano Magnago non ha esitato e ha risposto: "Il Tour è molto più duro e stressante, soprattutto per quanto riguarda i trasferimenti".

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