rotate-mobile
Legnano

L'ospedale Nuovo un anno dopo

Carla Dotti, direttrice generale dell'ospedale, fa un primo bilancio a un anno dal trasferimento e racconta quel periodo

"Il 16 agosto scorso abbiamo fatto gli scatoloni ed eravamo meno rilassati che quest'anno", esordisce Carla Dotti, direttrice generale dell'Ospedale Nuovo di Legnano. A distanza di un anno se lo ricorda bene quel periodo che ha chiesto ai primari e caposale di fare dei sacrifici.

"Non abbiamo toccato le ferie di nessun dipendente, ma abbiamo chiesto a primari e caposala di essere presenti dal 16 agosto in poi. Tutti hanno fatto il loro dovere e anche di più. Io lodo loro perchè l'hanno fatto. Il clima del trasloco è stato sempre frizzante", prosegue.

Lo schema utilizzato per il trasloco è stato quello dei 5 giorni, come Como. "Ha funzionato. Siamo stati gli ospedali che hanno effettuato il trasloco più velocemente e nessuno di noi ha avuto dei decessi".

Sì, perchè i macchinari, le attrezzature per quanto siano difficoltose da trasportare non possono paragonarsi al trasporto dei pazienti, che è avvenuto in meno di una settimana. "La cosa più preoccupante era il trasferimento dei malati di cui non avevamo esperienza. Per noi era fondamentale mantenere le relazioni con i parenti, spiegar loro cosa stava succedendo.

Abbiamo puntato su questo. Qualche mese prima abbiamo aperto un blog in cui tutti i giorni scrivevo per comunicare il trasloco. In quei 5 giorni tutte le mattine andavamo nella nuova struttura ad accogliere i malati e i parenti con un rinffesco perchè non c'era ancora il bar".

Il successo di quel periodo è stata la comunicazione e sono stati trovati delle soluzioni per far vivere il trasferimento con meno ansia. "In quei 5 giorni il pronto soccorso era chiuso ed era un messaggio difficile da veicolare senza destare il panico. In tutte le parrocchie di Legnano alla fine della messa il parroco dava l'avviso della chiusura. Distribuiti volantini fuori dalla chiesa e nei supermercati si trovavano manifesti".

L'ospedale non è stato lasciato da solo perchè molti hanno dato una mano: i medici di base, la protezione civile, il 118, le associazioni di volontariato tuttora presenti e che si occuopano dell'accoglienza.

L'ospedale Nuovo un anno dopo...un bilancio?"E' positivo. Siamo tornati ai numeri di prima, abbiamo meno codici bianchi perchè ci siamo specializzati nelle urgenze". Nei primi sei mesi dell'anno la media giornaliera è di 160, i ricoveri sono 10 mila e in un anno 20 mila. E' tornato in linea a prima del trasferimento.

Nella struttura vecchia per ora rimangono gli uffici dell'amministrazione, il centro prelievi che è anche nel nuovo, centro trasfusionale, la medicina sportiva ed alcuni ambulatori. "Finchè abbiamo il  tempo per capire in base all'utenza e  il parcheggio non verrà terminato perchè non possiamo portare altre macchine rimaniamo qui".

L'esperienza ben riuscita Legnano la sta spendendo anche nelle altre tre strutture di Cuggiono, Magenta ed Abbiategrasso. A Cuggiono, per esempio, l'ampliamento della sala operatoria causa trasferimenti e traslochi interni e Legnano fa da maestra.

In futuro ci sono diversi progetti in cantiere: le Guardie del Cuore, ovvero corsi di formazione aperti a tutte le associazioni di volontariato allo scopo di aiutare pazienti e familiari offrendo loro un sostegno psicologico e avranno il compito di capire i segnali del loro disagio.

Quando l'ospedale otterrà l'accreditamento il progetto della Cittadella della Fragilità, ossia una palazzina con 90 letti per i subacuti, i pazienti che hanno superato la fase acuta ma che hanno bisogno d'assistenza. Per la fine dell'anno si sta attendendo l'accreditamento Enac per l'eliporto.

 

 

 

 

In Evidenza

Potrebbe interessarti

L'ospedale Nuovo un anno dopo

MilanoToday è in caricamento