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Pd: "Il comune di Legnano è in ritirata su tutto"

Chiara è la posizione del Pd legnanese per quanto riguarda la cessione di Aemme Energia e di altre scelte della maggioranza. Il comune è in ritirata

Rosaria Rotondi, capogruppo del PD legnanese, è la prima a prendere la parola e a manifestare la sua opposizione alla scelta della maggioranza di cedere un ramo dell'azienda Amga s.p.a, Aemme Energie.

"Abbiamo chiesto, fra le altre cose, di quantificare e tempizzare gli investimenti di AMGA per l’igiene urbana, ad oggi queste richieste non hanno avuto risposta. In sede di bilancio si era detto che si prevedevano i dividendi di AMGA per più di 3 milioni di euro: ora, che previsioni facciamo? Lo studio commissionato aveva come obiettivo la sola cessione di AMGA: perché non si sono previste alternative? Perché non si è puntato a progetti di aggregazione e fusione, puntando a una massa critica utile per stare sul mercato? Ad esempio tramite Sinergie Italiane, del quale AMGA detiene circa il 6%. Sì a politiche di liberalizzazione, purchè siano vero abbattimento del monopolio".

Il Pd infatti sostiene il libero mercato e la concorrenza, quella vera però. A Marco Tanzi, il consulente che durante la seduta di consiglio ha illustrato il piano, contestano il fatto di non aver detto come e quando si intende vendere.

"La percezione che hanno della maggioranza è che sia in ritirata su tutto. "Si conferma da parte dell'Amministrazione il progressivo abbandono del ruolo di diretto produttore di servizi a favore dei più qualificati compiti di programmazione e gestione, in ciò affiancati da incisivi poteri di direzione e controllo sui soggetti delegati all'effettivo svolgimento delle attività", ribadisce infine il capogruppo. La maggioranza aveva scritto nero su bianco che il comune non deve gestire, ma svolgere un ruolo d'indirizzo, motivazione ideologica che non condividono.

Sulla casa di riposo Accorsi che ora la maggioranza intende vendere perchè, i soldi che hanno ottenuto dalla vendita delle farmacie comunali, avvenuta nel 2003, sono stati bloccati dal Patto di Stabilità e non hanno potuto investirli. Sbagliata la scelta e sbagliato il momento. Il Pd ha sempre contestato la vendita delle farmacie comunali, le cui entrate le definiscono certe. "Potevano farle gestire ad aziende speciali, come stanno facendo ora a Busto Garolfo. Si poteva discutere su questo", aggiunge il capogruppo.

Il CFP (Centro di Formazione Professionale) è stato l'altra vittima perchè nello scorso consiglio comunale si è approvata la sua vendita. "Potevano metterlo in rete con euroimprese, centro per l'impiego, gli artigiani, gli imprenditori e i sindacati e offrire un servizio e dare supporto ai lavoratori licenziati o in cassa integrazione. Noi eravamo d'accordo sull'esternalizzazione perchè non continuare su questa strada?Ora il comune non può dire una parola sulla formazione e sul lavoro".

La questione è: invece di vendere perchè non sedersi ad un tavolo e cercare di sfruttare al meglio le risorse che si hanno?

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