Via Agordat: Inaugurato il parco giochi "L'isola che non c'è"
Ha aperto la quattordicesima area dei giardini di via Agordat, traversa di via Padova, dove è stato inaugurato un parco giochi per bambini. Lo spazio rientra nel progetto di riqualificazione di 4 mila metri quadrati di parco
Milano, città sempre più a misura di bambini e natura anche in zone "border line". Tutto è possibile. E i giardini di via Agordat ne sono un esempio. Largo a verde e a giochi. E' stata inaugurata la quattordicesima area (delle 26) dove i piccoli insieme ai loro genitori possono divertirsi vivendo sempre più a contatto con la natura.
Apre ufficialmente il nuovo parco giochi e Peter Pan la fa da padrone: si chiama "L'isola che non c'è". Chi vuole può arrampicarsi su corde o ridere scendendo uno scivolo tutto particolare perché sopra si sta a cavalcioni e non "comodamente" seduti. Qualora si dovesse cadere per terra, nessun problema perché il suolo è tutto ricoperto di gomma e a prova d'urto. Oltre 70 alberi piantati. "Giochi che lasciano spazio sia alla fantasia perché si crei il momento ludico sia alle abilità motorie", spiega il sindaco, Letizia Moratti.
Da Palazzo Marino per le 26 aree (oltre 4mila metri quadrati in totale), 3 milioni di euro. Via Agordat, traversa di via Padova. Via Padova appunto, la strada che da piazzale Loreto arriva fino a Crescenzago. Quella che spesso finisce sulle pagine di cronaca per spaccio, usura e finti centri benessere. Il picco poi, è stato toccato proprio nel febbraio scorso con l'omicidio d'un 19enne egiziano. Ora però, cerca di mostrare il lato chiaro della luna: non solo risse, scontri tra bande e criminalità, ma soprattutto desiderio di socialità, cultura, integrazione.
Sì integrazione, perché a giocare nei 121mila metri quadrati di parco (è del 1978) corrono, ridono e saltano piccoli italiani, egiziani, filippini, marocchini, cingalesi. Senza contare i sudamericani. Chi gioca a palla, chi va col monopattino. Chi conta, chi si nasconde. Poco distante, la Martesana a tenere lontana la frenesia e il caos di Melchiorre Gioia.
"Via Padova non è solo quello che si racconta in giro - commenta una nonna -. Certo, di notte è dura. Spesso una decina di peruviani bivacca fino all'alba con vino e birra". Come fare allora? "Occorre dare vita a questo parco, anche di sera. Utilizzare ad esempio l'anfiteatro". Anfiteatro? Sì, c'è, tutto in mattoni e all'aperto. "Un'acustica eccezionale - dicono - È inutilizzato però da oltre 20 anni. L'ha costruito Salvatore Ligresti".
Ma non solo. Piano Verde. Dopo l'iniziativa della Provincia di piantare entro il 2015 un milione di alberi, Palazzo Marino "vede e rilancia": oltre 20mila arbusti in 7 boschi alle porte della città per un totale di 15 ettari. Svincolo di Cascina Gobba, viale Enrico Fermi, via Benedetto Croce, Sandro Pertini, Danusso-San Paolino, Novara- San Romanello e Berbera-Suzzani, le aree interessate. Da nord a sud, da est a ovest. "Interventi perché la città diventi più ospitale in quelle zone che fino a ieri erano poco accoglienti - ricorda la Moratti -. In previsione anche prolungamenti di piste ciclo-pedonali: da 85 a 131 chilometri".
Veri boschetti di benvenuto quindi. Berbera-Suzzani, a un tiro di schioppo dal Parco Nord: in quasi due ettari, 1600 alberi di carpino bianco, ciliegio, biancospino, rosa canina, acero e olmo campestre. Un progetto bipartisan: 500mila euro dal Comune, 600mila dalla Regione. Forse una risposta all'architetto Renzo Piano che accusava Milano d'essere poco verde? «Ricordo che nel nostro mandato abbiamo piantumato 70mila nuovi alberi - precisa Maurizio Cadeo, assessore al Verde - È stata fatta una scelta precisa: invece di spendere 13 milioni di euro per rimboschire il Centro, abbiamo incominciato dalle periferie".