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Milano, polemica per palazzo liberty dipinto in 'total black', i residenti: "Un obbrobrio"

"La tinta inchiostro - sottolineano alcuni cittadini - ha cancellato l'identità dell'edificio, di pregio storico, ed inoltre è fuori contesto"

È polemica per la scelta del Demidoff Hotel Milano di via Aldrovandi, zona Buenos Aires, di ridipingere la sua facciata tutta di nero inchiostro. Le perplessità dei residenti riguardano la tinta decontestualizzata rispetto alla zona e il fatto che abbia 'nascosto' i decori in stile liberty del palazzo.

La risposta del comune: "No vincoli monumentali o paesaggistici"

"L’edificio risale ai primi del ‘900 come quasi tutti gli edifici circostanti e ha senza dubbio un suo pregio architettonico e storico - scrivono sui social Paolo e Daniela, due abitanti di via Plinio - tant’è vero che presenta sulle due facciate degli eleganti decori liberty che il nero inchiostro della nuova tinteggiatura ha cancellato completamente".

Edificio 'total black' in via Plinio (foto Fb/Patrizia Boyce Beneventi)

"Oltre a ciò - continuano i due residenti - il palazzo si inserisce in un contesto 'vecchia Milano' in cui i colori delle facciate, se pure variegati, hanno sempre delle tonalità vivaci, brillanti e tendenti al chiaro. Quasi di fronte a questo albergo ora nero c’è un palazzo progettato dal grande architetto Piero Portaluppi in cui ha sede la casa museo Boschi Di Stefano, uno dei più raffinati ambienti espositivi milanesi  (...). È veramente un obbrobrio e uno scandalo, dal punto di vista estetico, civile e umano, che l’armonia di colori e di forme del quartiere sia deturpata da un edificio così totalmente nero, impressionante nel suo carattere spettrale, simile a una casa dei morti o a un palazzo uscito da un incendio di guerra".

Diversi i commenti al restyling dell'albergo a tre stelle con sede in via Plinio. Sul gruppo Facebook 'Residenti in Via Gb Morgagni e dintorni Social Street Milano' alcuni residenti, oltre che fuori contesto, lo definiscono anche "cupo", "spettrale", "funereo"; in molti poi si chiedono chi abbia potuto autorizzare un intervento tanto radicale; e se una minoranza manifesta invece apprezzamento, altri si rammaricano soprattutto per l'impossibilità che la nuova tinta ha portato di vedere il disegno originale, le cornici e i fregi dell'antico edificio. Una polemica analoga nel 2019 aveva riguardato un palazzo in ristrutturazione di via Farneti, zona viale Abruzzi: all'epoca il Comune aveva chiesto ai costruttori - decisi anche in quel caso a dipingere tutto di nero - di schiarire la facciata.

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