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Precotto Crescenzago / Via Domenico Berra

Crescenzago, la casa circondata dal cantiere (perenne)

E' fermo per il fallimento della ditta edile. Alessandro Battaglia (M5S) ha chiesto l'accesso agli atti, intanto il comune ha ordinato il ripristino delle condizioni di sicurezza: per ora lettera morta

Di via Berra ti puoi innamorare a prima vista. Merito senz'altro della riqualificazione fatta dopo il 2000 dal comune, con un tratto di isola pedonale e un sapore antico, da borgo della vecchia Milano. Poi procedi fino al civico 16 e, se guardi bene, cambia tutto. Se guardi bene: perché in apparenza potresti pensare a uno dei tanti piccoli cantieri necessari per qualche lavoro veloce. Ma le cose non stanno così.

Il cantiere è infatti aperto da qualche anno (la convenzione col comune è dell'aprile 2008), ma è fermo perché la ditta edile proprietaria dell'area è fallita. Il lavoro riguardava la riqualificazione di una cascina pre-esistente (che è stata ristrutturata e venduta a privati, che ora vi abitano) e l'abbattimento e ricostruzione di un'altra cascina, sul retro della prima, con la realizzazione di un parcheggio sotterraneo.

La seconda cascina è stata abbattuta e sono stati eseguiti molti lavori "preparatori", tra cui gli scavi e la cementificazione per la prima parte del parcheggio sotterraneo. Ma ora è tutto bloccato proprio per il fallimento della società, la Desave s.r.l. con sede in via Solari a Milano. Coloro che vivono ormai da anni nella prima cascina sono in una situazione di precarietà totale. Per accedere alle proprie abitazioni devono attraversare spazi stretti ricavati tra una cancellata e l'altra. Le porte d'ingresso ai cortili privati praticamente non esistono, e durante l'inverno varie volte gli abitanti si sono trovat alcuni senzatetto che dormivano davanti alle porte-finestre di casa. Il concetto di sicurezza è totalmente assente.

E manca sicurezza anche per i bambini (numerosi) che giocano in spazi di due metri per due, e in un attimo potrebbero accedere agli spazi di cantiere (che circondano per intero la prima cascina) con rischi evidenti per la propria incolumità, se si considera che a un certo punto si vede un pericolosissimo passaggio in legno dal quale si rischia la caduta di alcuni metri fino a quello che dovrebbe essere il parcheggio sotterraneo.

L'unico intervento di sicurezza effettuato è stata una "colata" di macerie (a tonnellate) intorno alla prima cascina per proteggere il terreno che stava per franare. Peccato che sul retro si trovava ancora una gru, con tanto di contrappeso sulla verticale della camera da letto di una casa vicina, e che questa gru sia stata "sepolta" dalle macerie stesse: ora, per portarla via, si dovrà fare un intenso lavoro.

Via Berra 16, la casa dentro il cantiere ©Alessandro Battaglia

La ditta, fallita, non riprenderà mai i lavori. Peraltro il titolo edilizio è decaduto dal 20 novembre 2011, il che vuol dire che se i lavori ripartissero occorrerebbe rifare alcune procedure burocratiche e anche, eventualmente, la convenzione, se si cambiasse anche di una sola riga il progetto. Probabilmente il curatore fallimentare della Desave intende mettere all'asta l'area a qualcuno che possa proseguire l'attività edile, ma questo non è ancora stato fatto. Il consigliere di zona 2 del Movimento 5 Stelle Alessandro Battaglia ha chiesto un accesso agli atti. Nel "malloppo" che gli hanno consegnato gli uffici c'è la richiesta di conformità antincendio ai vigili del fuoco (14 marzo 2008) ma non c'è la risposta: è da capire se manca perché ce l'hanno solo i vigili oppure perché il comune non l'ha mai ricevuta, o anche (pensando "male") se non è mai arrivata.

Si scopre però che il comune di Milano è intervenuto con un sopralluogo dei vigili urbani a fine gennaio 2012 (che hanno anche scattato qualche fotografia per documentare lo stato d'abbandono) e soprattutto, il 13 febbraio 2012, con una determinazione dirigenziale in cui si ordina "la sistemazione dell'area di cantiere al fine del ripristino delle condizioni di decoro e sicurezza ambientale dell'area stessa". Tale documento è pervenuto alla curatrice fallimentare della Desave e anche all'Asl "per le verifiche di competenza".

Il comune potrebbe quindi dire di avere fatto la sua parte, almeno quella burocratica. C'è un ordine dirigenziale che dovrebbe essere eseguito. E ci sono cittadini che aspettano condizioni minime di sicurezza e di decoro per vivere in un angolo di Milano che il comune stesso ha valorizzato nel recente passato, "dimenticandosi" negli ultimi anni di quanto stava accadendo in via Berra 16.

Per di più, ci sono oneri di urbanizzazione per 252.450 euro che il comune dovrebbe avere già incassato: ma non si sa a cosa verranno destinati.

 

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