Incidente mortale sul lavoro: assolta la Sifte Berti di Lainate
Un operaio morì nel 2009 investito da un camion. Per il giudice gravi colpe nella sicurezza, ma non c'è prova di un vantaggio economico
Assolta la Sifte Berti, grande azienda logistica di Lainate, dove nel 2009 trovò la morte un operaio straniero, dipendente di una cooperativa, per essere stato investito da un camion. Il gup Alessandra Simion ha infatti valutato che, nonostante la precaria situazione della sicurezza all'interno dello stabilimento, l'impresa "non ha tratto vantaggio economico dal risparmio dei costi in materia di sicurezza".
I fatti. L'8 maggio 2009 un dipendente della cooperativa "Siria", a cui era stato affidato il magazzinaggio, venne investito da un camion e morì dopo due giorni. Quattro persone (oltre all'azienda come persona giuridica) sono state processate con rito abbreviato per omicidio colposo e due di esse sono sate assolte il 13 dicembre 2012 (le motivazioni sono state depositate nel marzo 2013): si tratta di Franco Berti, amministratore unico della Sifte Berti, e di un ghanese alla guida del camion. Assolta anche l'azienda. Condannati invece gli altri due imputati: l'amministratore della cooperativa e quello della ditta di autotrasporti.
Il Gup sottolinea che a Lainate c'era "pericolo di contatto tra mezzi e lavoratori" e aggiunge che "non risultano essere state adottate misure di prevenzione". Ma rimarca anche il fatto che la Sifte Berti non avrebbe "adeguatamente verificato l'idoneità tecnica delle imprese appaltatrici e subappaltatrici". Un quadro di "violazioni di particolare gravità", scrive il Gup. Ma tutto questo non basta per una condanna. "Si ritiene - conclude - che non vi siano elementi certi dai quali desumere che la Sifte Berti abbia tratto vantaggio economico dal risparmio di costi in materia di sicurezza". Cosa, invece, che sarebbe più chiara per la subappaltatrice Siria.
