«Vedere sui giornali il nome della nostra città coinvolto nuovamente in un’indagine sulla 'ndrangheta è per me e per tutti i Rhodensi fonte di grande dispiacere e preoccupazione». È il commento del sindaco di Rho Pietro Romano in seguito all'operazione «Six towns» messa a segno dalla Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro che nella notte tra lunedì e martedì 18 ottobre ha fatto scattare le manette per 36 persone tra Calabria e Lombardia, con alcuni arresti anche nella città di Rho. 

I provvedimenti, disposti dal gip di Catanzaro Antonio Battaglia, hanno smantellato una struttura di 'ndrangheta nota come Locale di «Belvedere di Spinello». La struttura malavitosa — stando a quanto riportato in una nota congiunta di carabinieri e polizia — operava in sei località tra la provincia di Crotone e Cosenza, non solo: poteva contare anche su alcune propaggini operative in Lombardia. Più nello specifico una 'ndrina distaccata radicata nella città di Rho.

«Purtroppo — ha proseguito il sindaco — nonostante lo scrupoloso e accurato presidio del territorio da parte delle Forze dell’Ordine, con cui il Comune di Rho collabora costantemente, abbiamo nuova evidenza del radicarsi nella nostra Città delle attività criminali riconducibili alla ‘ndrangheta. È importante mantenere sempre alta l’attenzione e impegnarsi su un costante controllo del territorio per prevenire e sgominare tali radicamenti. Tuttavia occorre fare anche una riflessione all’interno della società civile, affinché vi sia una maggiore consapevolezza rispetto al diffondersi di questo fenomeno anche nel Nord Italia».

Nei mesi scorsi l'amministrazione comunale si è dotata una commissione consiliare antimafia e legalità. Il nuovo organo del municipio «dovrà individuare — ha concluso il primo cittadino —  degli interventi per la promozione di politiche locali per la legalità e il contrasto al crimine non solo all’interno delle istituzioni, ma anche tra tutta la cittadinanza a partire dalle nostre scuole».