È di nuovo 1001 Miglia a Nerviano: 476 iscritti pronti a percorrere 1.600 km in bicicletta

Australiani, statunitensi, argentini e cinesi. Tutti insieme a Nerviano — profonda provincia di Milano — il giorno dopo Ferragosto. Tutti accomunati da un obiettivo: ritornare dopo 140 ore con 1.600 chilometri nelle gambe. Sono i partecipanti della 1001 Miglia, una delle Randonnée più dure d'Europa.

Non è una corsa ciclistica. «Non si corre, si pedala per l'Italia — precisa il patron della manifestazione Fermo Rigamonti, 73 anni, molti dei quali passati in sella a una bicicletta —. Non c'è nessuna classifica e soprattutto chi arriva per primo non viene premiato. Anzi, c'è un tempo minimo di percorrenza: 72 ore. Se qualcuno arriva prima? Semplice: aspetta». È una «randonnèe», una maratona non competitiva a cui partecipano ciclisti a metà  tra cicloturisti veloci e viaggiatori abituati a macinare lunghe distanze.

Il percorso è tutt'altro che una passeggiata, sia per la distanza che per il profilo altimetrico: 1.600 chilometri in cui si «scalano» poco meno di 16mila metri di dislivello. Tradotto: se fosse una montagna sarebbe alta tre volte il Monte Bianco. «I primi 400 chilometri sono piatti, non c'è neanche un cavalcavia — spiega Rigamonti —. Da Lugo di Romagna inizia la parte difficile: mille chilometri pieni di saliscendi». Prima l'appennino, poi le sinuose colline toscane e umbre fino a sconfinare nel Lazio. Giro di boa al Lago di Bolsena e poi di nuovo colline e appennini fino a Casella Ligure. Gli ultimi 200 chilometri sono pianeggianti, o meglio: in leggera salita. Quasi tutto su strade con pochissimo traffico: dei 1.600 chilometri solo 80 sono su strade statali.

Secondo gli organizzatori dei 476 iscritti l'80% riuscirà a tagliare il traguardo, quasi tutti con 130-135 ore in sella. In breve: quando il più veloce taglierà il traguardo il ciclista più lento sarà a metà percorso. Un'avventura dal sapore eroico. E eroica sarà la partenza dal campo sportivo di Nerviano: alle 20.30, con il primo buio della notte.