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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Sant'Antonio, la notte dei falò: la tradizione continua nel Milanese

Nella notte tra il 17 e il 18 gennaio decine di falò hanno arso nel milanese, tra questi quello dei Giovaninervianesi.it, associazione giovanile di Nerviano

La notte tra il 17 e il 18 gennaio, a Milano, è la notte dei falò. Centinaia di cataste di legna vengono date alle fiamme per celebrare S.Antonio abate per il quale il fuoco costituisce uno degli attributi iconografici legati alla sua figura.

Una tradizione contadina che si tramanda di generazione in generazione e secondo la quale si traggono benefici dal movimento della 'barba' del santo, generata dalla fine sospensione di materiale incandescente che i contadini producono muovendo la brace del falò quando la fiamma è ormai spenta.

Secoli fa era un momento conviviale, in cui le varie cascine che componevano il centro abitato si raccoglievano nei campi, nelle vigne, dove i contadini avevano precedentemente preparato una pila di materiale da bruciare. Materiale povero: sterpaglie, rovi e qualche pezzo di legno, ma senza esagerare poiché esso serviva per scaldare le abitazioni. Una serata diversa, dove ci si scaldava sia grazie al fuoco, ma anche al vin brulè.

Falò di S.Antonio © Gemme/MilanoToday

È rimasto quasi tutto uguale. La tradizione è sempre la stessa. Sterpaglie, rovi e tronchi hanno lasciato il posto a bancali e mobilio. Nella serata di giovedì un grande falò a Nerviano, organizzato dall'associazione giovanile Giovaninervianesi.it, ha raccolto attorno a sé un centinaio di ragazzi. La catasta ha bruciato, senza creare problemi, dalle nove di sera fino a tarda notte. Vin brulè e cioccolata calda hanno condito il tutto e i fondi raccolti saranno interamente donati alla fondazione di Marco Simoncelli, per promuovere i diritti e la formazione di giovani di fasce sociali svantaggiate.

Nella serata di giovedì è anche nata la "Tapasciata dei falò": una decina di abitanti di Garbatola, aderenti alla società sportiva Upn, hanno organizzato un itinerario notturno tra i diversi falò del nervianese. Lampada frontale e giubbotto catarifrangente si sono avventurati in un percorso di dieci chilometri.

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