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Rho Gallaratese / Via Alex Visconti

Romano: «La vera sfida per Rho è il post Expo e come si integrerà con la città»

Intervista a Pietro Romano, primo cittadino uscente. La sua Rho sarà più attenta alle manutenzioni per creare una città più bella in modo da essere attrattiva per il nuovo quartiere di Expo

È alto quasi due metri Pietro Romano, sindaco uscente di Rho. Quarantotto anni, avvocato, e gran fumatore di pipa, ha sempre vissuto a Rho: infanzia, adolescenza e attività professionale (nello studio legale del padre). La sua carriera politica è iniziata nel 2007 quando è stato eletto consigliere comunale di minoranza tra le fila dell'Ulivo. Nel 2011 è diventato primo cittadino sconfiggendo al ballottaggio Fabrizio Cecchetti, candidato sostenuto dalla Lega e Gente di Rho. Nel 2016 torna alle urne con la medesima coalizione (Partito Democratico, Sel, Italia dei valori), ma con l'aggiunta della lista civica Rho, movimento nato per promuovere le frazioni. 

Come dovrà cambiare Rho nei prossimi cinque anni?

Rho dovrà continuare a crescere e fare un salto di qualità in molti settori. Non tanto nella crescita nel senso di espansione, quanto di riqualificazione del territorio e del recupero delle aree dismesse. Quello che manca ancora alla nostra città è la cura dei particolari nelle manutenzione, nell'arredo urbano e anche nella qualità di quello che si edifica. Dovrà crescere in termini di comunità, nel senso che dovrà essere una città che dice «di noi», dove ciascuno diventa parte della città e della comunità. Bisognerà creare delle reti nei vari settori, siano essi culturali, di welfare e solidarietà; il tutto con un ruolo di regia da parte dell'amminstrazione. E poi c'è il tema del confronto della città con il Post Expo. Per far questo è necessario tutta l'azione amministrativa. Un piano strategico per la città di Rho. Perché se si vuole far fare un salto di qualità alla città bisogna prevedere un'azione programmatica di almeno un decennio e che abbracci più campi: dal commercio dall'industria, all'urbanistica. 

Il tuo programma elettorale in cinque punti

Sono le mie cinque misure. 
- Città delle scienze, tema della città universitaria e del Post Expo.
- Città più bella, col cinema teatro e una cura maggiore per manutenzione e dettagli.
- Città più sicura, con il controllo del vicinato e un sistema di videosorveglianza e di crescita dei vigili urbani.
- CIttà più veloce, tema del trasporto, del traffico e dei parcheggi.
- CIttà più solidale.

Cosa avresti voluto fare meglio in questi cinque anni di mandato?

È ovvio che il «cosa avresti voluto fare» in molti casi dipende dalle risorse economiche. Si amministra in contesti di bilancio e risorse. Sicuramente malgrado i nostri sforzi nei piani straordinari per la manutenzione delle strade abbiamo ancora una necessità di incentivare la manutenzione di strade e marciapiedi e anche in certi casi di situazioni del verde. Lì, malgrado i nostri sforzi, siamo stati carenti. Abbiamo fatto il massimo in relazione alla risorse disponibili. Un tema che avrei voluto fare di più è il sostegno alle attività commerciali in misura che è diventata ancora più urgente dopo l'apertura del centro commerciale di Arese.

Quali opere pubbliche urgenti necessità Rho?

Non abbiamo bisogno di ulteriori opere pubbliche. Abbiamo bisogno di mantenere meglio quelle che abbiamo. Come per le scuole: non abbiamo bisogno di nuove scuole, abbiamo bisogno di mantenere meglio quelle che già ci sono. Così i parchi: ne abbiamo tantissimi, dobbiamo renderli più vivibili. Comunque se volessimo fare delle opere, secondo me bisognerebbe dare spazio all'ampliamento del Molinello (stiamo acquisendo i terreni per fare nuove palestre — per quanto riguarda lo sport gli spazi non sono mai sufficienti e quindi) poi il cinema teatro e parcheggi. Per il resto abbiamo tutto in città.

Post Expo: le vostre proposte

Le nostre proposte le abbiamo già deliberate in consiglio comunale e stiamo lavorando affinché queste si concretizzino. Il tema sul post Expo non è tanto quello che avverrà all'interno del sito, ma come la città si confronterà con questa realtà. La nostra prima misura è «Rho città delle scienze» perché pensiamo che attorno all'università si debba favorire anzitutto l'accoglienza degli studenti e poi creare tutti quei servizi per i giovani. Non è solo la struttura campus universitario, ma anche i luoghi di divertimento, spazi per gli studenti: deve essere una città attrattiva per quel tipo di popolazione. Noi faremo di tutto per cogliere appieno questa occasione. Quella è la direzione, ma per far questo è necessario inquadrare tutte le attività in un piano strategico. Non è un cambiamento che avverrà dall'oggi al domani e non è un cambiamento che puoi programmare con azioni amministrative scoordinate, ma devono essere accorate. E poi il Post Expo non è solo studenti, ma anche lavoro e imprese. Chi ha visto il piano strategico approvato in Città Metropolitana ha notato che è un piano strategico che punta su innovazione: nuova imprenditoria, lavoro e smart city. E la nostra zona del Nord-Ovest è stata indicata come avente questo tipo di vocazione. La Martesana non ha questo tipo di vocazione. Quindi quello è un piano strategico di città metropolitana complessivo e il nostro piano strategico deve avere in mente questa direzione, coordinando anche l'intero territorio. Perché Rho è la città più grande della nostra zona omogenea e deve fare da traino ache per tutte le altre città. Ci crediamo molto e ci credono anche gli imprenditori che ho incontrato. Condividono molto questo piano strategico e quest indirizzo per la Rho del futuro.

Rho è una città dormitorio?

Rho non è una città dormitorio. Chi continua a dire questo è perché magari non è a conoscenza di tutte le attività che ci sono. Dire che Rho è una città dormitorio vuol dire offendere non tanto l'amministrazione comunale, ma le moltissime associazioni, centri culturali, teatri, centri sportivi, che creano occasioni di svago e culturali per migliaia e migliaia di persone. Se poi qualcuno la vede come città dormitorio perché ci sono pochi bar, poche discoteche. Beh l'obiettivo nostro non è di fare discoteche in cenro a Rho. Non penso sia una città dormitorio. Penso si debba spingere più sul divertimento alla sera. Ci sono già misure che abbiamo posto in essere e che abbiamo inserito nel nostro programma. Insomma: io invito tutti ad andare a vedere i calendari che sono sul nostro sito: ogni giorno c'è qualcosa. Se uno dice che alla sera alle undici il centro non è pieno di gente. Beh, non è il centro di Milano. Noi non siamo i Navigli e non penso che si debba si debba diventare questo. penso di debbano creare opportunità.

Al ballottaggio cercherete delle alleanze?

Il ballottaggio è completamente un'altra partita. Nel senso che è così la legge. Ci sono possibilità di alleanze tecniche. Al momento non ravviso la necessità di fare alleanze con altre forze politiche.  

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