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Niccolò, il vigile "buono": "Faceva volontariato "in silenzio""

Niccolò Savarino, originario della Sicilia, viveva nel Milanese da tanto tempo. Ucciso da un suv che non si è fermato a uno stop

Niccolò Savarino, 42 anni, l'agente di polizia locale investito e ucciso da un suv in via Varè la sera di giovedì 12 gennaio, abitava a Rho (Milano) in compagnia del fratello, non era sposato ma fidanzato. I suoi genitori, invece, abitano in un paesino vicino a Licata (Agrigento), anche se il padre, in particolare, veniva spesso a casa dei figli a passare dei periodi con loro.

L'agente, infatti, non solo era conosciuto per essere un uomo corretto e riservato, ma senza renderlo pubblico, si occupava di fare volontariato in favore dei disabili. "Lui non voleva farsi pubblicità - dice un collega e amico - ma io so che lavorava da anni per assistere gli handicappati perché mia sorella è ammalata di una patologia invalidante e mi raccontava che lui faceva parte dei volontari di un'associazione".

"Era una persona splendida - aggiunge -. Era diventato vigile dopo essere stato per anni un impiegato comunale. Aveva vinto un concorso interno ed era diventato agente di polizia locale da una decina d'anni". Savarino, di 42 anni, faceva prevalentemente il vigile di quartiere ed era considerato un collega "buono e dal temperamento molto calmo", non certo uno che voleva strafare ma una persona posata e competente. Niccolò era originario della Sicilia "ma ormai era un nordico come tutti qua, perché si era trasferito a Milano molto giovane". Savarino abitava a Rho (Milano) in compagnia del fratello, non era sposato ma fidanzato. I suoi genitori, invece, abitano in un paesino vicino a Licata (Agrigento), anche se il padre, in particolare, veniva spesso a casa dei figli a passare dei periodi con loro.

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