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Rho Rho / Via Aldo Moro

Delitto Capatano, Tassone confessa

Pietro Tassone ha confessato al pm Francesco Cajani di aver compiuto il duplice omicidio. Tassone, inoltre, ha dato informazioni riguardo al ritrovamento della pistola

Pietro Tassone è crollato. L’uomo, condannato lo scorso novembre in primo grado a 28 anni di carcere per l'omicidio di Francesco e Umberto Catapano, padre e figlio uccisi a colpi di pistola nel 2009 a Rho, ha confessato di aver commesso il delitto e ha fatto ritrovare l’arma. La confesssione, avvenuta lo scorso 14 marzo davanti al pm Francesco Cajani, ma se ne è avuta notizia solo ieri.

Pietro Tassone, che è ritenuto responsabile del duplice omicidio insieme al fratello Nicola, anche lui condannato in corte di assise però a quattordici anni di reclusione, davanti al magistrato ha spiegato di essere corso in aiuto del fratello che quel giorno di 3 anni fa gli pareva "in difficoltà". L’uomo ha ammesso di aver fatto tutto da solo e successivamente ha dato indicazioni di dove era stata nascosta la pistola, ritrovata nelle fondamenta di una villetta di Pogliano Milanese.

Un duplice delitto dovuto ai contrasti famigliari. Tassone era il nuovo compagno della ex moglie di Umberto Catapano e da tempo i rapporti tra i due erano diventati tesi anche a causa dei dissidi sull'affido del figlio della coppia. I fratelli Tassone dopo l'ennesima lite avevano 'intercettato' a Rho, in via Aldo Moro, Francesco e Umberto Catapano. Padre e figlio vennero crivellati con nove colpi di pisola. Nel duplice omicidio era coinvolto una terza persona, Domenico De Fazio, assolto a marzo del 2010 nell'ambito del processo con rito abbreviato e che oggi a Milano si è visto confermare l'assoluzione in appello.

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