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San Donato San Giuliano Milanese / Via Risorgimento

San Giuliano, scoperta "officina" di motorini rubati

In un garage, scoperto dai carabinieri il "paradiso del ricettatore": decine di pezzi di provenienza illecita, smontati da moto e motorini, pronti per essere rivenduti. Due in manette

Avevano trasformato un’autorimessa di un condominio in via Risorgimento in una centrale di smontaggio e riciclaggio di pezzi di motoveicoli di provenienza illecita. E’ quello che hanno scoperto i carabinieri della Tenenza di San Giuliano Milanese nel corso di un blitz che è scattato nelle prime ore pomeridiane di domenica pomeriggio. Una pattuglia che stazionava poco distante ha visto transitare lungo via Risorgimento un Fiat Scudo con targa spagnola e vetri oscurati proveniente da San Donato Milanese. Insospettiti i militari lo hanno seguito lungo via Risorgimento  e quindi in via Cavour dove il veicolo è è sceso nel piano interrato delle autorimesse di pertinenza di un complesso condominiale. I carabinieri lo hanno lasciato scendere e quindi con circospezione lo hanno seguito.

Dal Fiat Scudo sono balzati a terra due magrebini che dal loro veicolo si stavano apprestando a scaricare pezzi di scooter. Un terzo uomo, anch’egli marocchino, si trovava già nei garage e aveva aperto una saracinesca di un box che i carabinieri  hanno immediatamente perquisito. Il box era pieno zeppo di ruote, carenature, manubri, ammortizzatori, selle, marmitte e serbatoi. Tutto accuratamente smontato, e dove possibile, impacchettato con del nylon da imballaggio, pronto per essere trasportato, venduto, o chissà che altro.

Sempre nel box i militari hanno rinvenuto cassette degli attrezzi e fornitissimi kit di strumenti per il montaggio e lo smontaggio , nonché numerosi rotoli di cellophane utilizzati per il confezionamento. A bordo del Fiat Scudo, anche questo perquisito da cima a fondo, gli uomini dell’Arma hanno rinvenuto carenature, manubri, selle e altri pezzi di carrozzeria di ben tre diversi motoveicoli: due Honda SH 125 e uno Yamaha T MAX. Ovviamente nessun telaio e nessuna targa che permettesse di accertare la provenienza illegale di quel materiale.

Alla luce di questo fondamentale elemento i carabinieri hanno proceduto a dichiarare in stato di fermo di indiziato del delitto di ricettazione il conducente e il passeggero del Fiat Scudo, e cioè T.C, classe 1981 e L.L., classe 1988, entrambi marocchini, appena giunti in Italia dalla Spagna. E’ stato invece tratto in arresto in flagranza del reato di tentata ricettazione il proprietario del box S.C., marocchino classe 1983, residente a Tavazzano, regolare in Italia, con piccoli precedenti alle spalle. A suo carico pende l’accusa di aver tentato di ricevere la merce provento di furto trasportata dai marocchini iberici, uno dei quali sarebbe proprio suo cugino. Inoltre è stato denunciato a piede libero sempre per ricettazione di tutti i pezzi di moto trovati nel suo box. 

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