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Protesta dei vigilantes all’Eni: in 80 rischiano il licenziamento

Guardie giurate dell'Ivri sul piede di guerra. La protesta si è consumata nel cortile dell'Eni, a San Donato Milanese. Il motivo è la notizia dell'assegnazione della gestione della vigilanza ad una nuova società appaltatrice, la Sicuritaly

Giovedì scorso le guardie giurate dell’IVRI hanno presidiato il cortile dell’Eni, a San Donato Milanese, per protestare contro l’assegnazione della gestione di vigilanza a una nuova società appaltatrice, la Sicuritaly, che sembra insedierà propri vigilantes piuttosto che mantenere la divisione precedente.

Ricevuta la notizia la sera del 30 settembre, i lavoratori si sono subito organizzati con striscioni, volantini, bandiere. Tutti indossano la divisa e molti mostrano con un misto di orgoglio e amarezza lo stemma dell’IVRI (Istituti di Vigilanza Riuniti d’Italia), l’azienda leader nella sicurezza che ha già deciso per la maggior parte di loro la procedura di mobilità o lo smistamento verso altre sedi milanesi.

«Fino all’ultimo ci hanno tenuto nascosto il cambio d’appalto» dicono «abbiamo saputo che un altro istituto era subentrato quando mercoledì a mezzanotte i nuovi assunti hanno iniziato il turno successivo. Ora si prevede il licenziamento di 80 di noi, molti con famiglia a carico. Come faremo a tirare avanti?». E aggiungono: «quando si ha il cambio d’appalto, le aziende dovrebbero discutere prima con i sindacati eventuali riduzioni occupazionali e comunicare tempestivamente le decisioni ai lavoratori».

Nutrono dubbi sull’effettiva preparazione delle nuove guardie, tutte provenienti da Roma. Secondo alcuni di loro, le ragioni di questa ristrutturazione sono chiarissime: «noi siamo tutti specializzati, abbiamo seguito corsi di formazione sulla sicurezza anti-terroristica e possediamo le competenze specifiche che la realtà Eni richiede, grazie a più di 10 anni di esperienza sul territorio. Per questo i nostri stipendi risultano più alti».

Mentre davanti ai palazzi di vetro dell’Eni si consuma la protesta, in mattinata i rappresentanti sindacali e aziendali hanno incontrato il prefetto di Milano, Gian Valerio Lombardi. L’esito delle trattative si saprà soltanto nei prossimi giorni. Le ex guardie chiedono che almeno il 40% dell’occupazione venga salvaguardata. «L’IVRI», dicono, «è un colosso ferito. Noi vogliamo medicarlo».
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