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Lavoro a rischio a San Colombano, Agnese Steffenini in crisi

Le lavoratrici sono disposte a rinunciare a un mese del loro stipendio per mantenere il loro posto di lavoro

Sono disposte a rinunciare ad un mese del loro stipendio pur di salvare il posto di lavoro nell'ambito aziendale. Questo è quanto hanno deciso le venti tre lavoratrici della ditta Agnese Steffenini di San Colombano al Lambro, ultima realtà aziendale sopravvissuta del comparto tessile lodigiano. Per la mattina di lunedì 28 novembre, un pubblico ufficiale era stato incaricato di eseguire lo sfratto esecutivo e ad attenderlo c'era da un “comitato” d’eccezione, composto da sindacati e istituzioni.

Le lavoratrici erano all’interno del capannone, regolarmente al lavoro. In azienda si erano dati appuntamento pure il segretario di categoria della cgil Francesco Cisarri, il segretario generale Domenico Campagnoli e la titolare dell’attività Agnese Steffenini, accompagnata dall’avvocato Rita Fatigati di Lodi. Erano presenti pure le istituzioni: il sindaco Luigi Panigada e l’assessore ai lavori pubblici Andrea Erba, a cui è arrivato a dare manforte anche il vice presidente dalla provincia di Lodi, Claudio Pedrazzini.

L’obiettivo era evitare che scattassero i sigilli e la produzione si fermasse definitivamente, con l’udienza di fallimento già fissata per il prossimo 21 dicembre. A pesare sulle casse dell’impresa sono i debiti accumulati sul pagamento dell’affitto, in un contenzioso che va avanti ormai almeno dal 2008. Una questione spinosa che, nel tempo, si è trasformata in una richiesta al tribunale di 200mila euro e nell’istanza di fallimento.

Per ottenere un rinvio la ditta era arrivata a un’offerta di 20mila euro da versare subito, oltre alla possibilità di rimanere nello stabile pagando un affitto di 2.500 euro mensili fino a maggio, la metà di quanto previsto dal contratto di affitto. Queste sono state le premesse da cui è partita la difficile trattativa di sindacati e istituzioni, che è comunque riuscita a segnare un primo punto a favore della società.

Il giorno della verità è atteso per il 13 dicembre, quando si stabilirà il nuovo piano di rientro che si avvicinerà il più possibile ai 100mila euro stimati per poter estinguere il debito.

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