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Segrate, la lezione del sindaco al vandalo che vuole 'colpirlo': "Gay non è un insulto, anzi"

A Segrate scritta contro il sindaco Paolo Micheli, che reagisce con classe. Le sue parole

Chi ha tracciato quella scritta con lo spray bianco lo ha fatto per "colpirlo", insultarlo, ferirlo in qualche modo. Ma lui, Paolo Micheli, sindaco di Segrate per due mandati consecutivi, è riuscito a disinnescare qualsiasi potenziale offesa e a regalare al suo "hater" una lezione. 

Nelle scorse ore, infatti, il primo cittadino del comune milanese è finito nel mirino di qualcuno che ha pensato bene di "dedicargli" la scritta "Micheli gay". La replica del sindaco, arrivata via social, non si è fatta però attendere. 

"Mi chiamano pretino, selfino e da stasera sono anche gay - ha scritto giovedì sera -. Naturalmente non ritengo nessuno di questi appellativi un insulto, anzi. Ho solo l’impressione che qualcuno ultimamente mi pensi spesso e questo mi fa semplicemente sorridere. Sorrido un po’ meno pensando che le scritte di insulti vanno ripulite, ed un costo per la comunità come tutti gli atti vandalici", ha continuato.

"Mi fa arrabbiare molto però che ci sia ancora qualcuno che creda che l’omosessualità sia un argomento per denigrare - ha sottolineato Micheli -. È inaccettabile, ancor di più, se chi l’ha scritto è un adolescente. Questo significa che stiamo sbagliando come società e che non stiamo facendo abbastanza per educare i più giovani alla bellezza della diversità".

"Dobbiamo lavorare tutti nella stessa direzione, a partire dalla famiglia, passando per la scuola, le realtà educative, le istituzioni e la politica. Quest’ultima - ha concluso il sindaco - spesso gravemente responsabile di ignoranza e superficialità".

Foto - La scritta contro il sindaco

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