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Nessuno ha reclamato il corpo di Amri: «Non deve essere sepolto a carico del comune»

L'assessore regionale Viviana Beccalossi ha inviato una lettera ai ministri Minniti e Alfano

«Evitare che le spese relative al deposito presso l'obitorio, della bara e della sepoltura (di Anis Amri, ndr), non siano a carico né del comune di Sesto San Giovanni, né di nessuna altra Istituzione italiana». È quanto chiede Viviana Beccalossi, assessore regionale alla Città metropolitana e Territorio, in una lettera inviata nella giornata di lunedì 23 gennaio ai ministri dell'Interno, Marco Minniti, e a quello degli Esteri, Angelino Alfano.

La missiva fa seguito alle notizie secondo cui, sulla base di quella che risultano essere, in termini generali, le regole che normano questa vicenda, le procedure relative alla sepoltura del presunto terrorista Anis Amri potrebbero essere a carico dell'amministrazione comunale in cui è deceduto il killer di Berlino, ovvero Sesto San Giovanni.

«Vogliamo essere al fianco del comune di Sesto San Giovanni, ovviamente non per motivi economici, ma per evitare che la città e i suoi cittadini debbano anche subire il danno di dover farsi carico di tutte le incombenze del caso — ha proseguito Beccalossi —. Resto dell'idea che, mai come in questa situazione, sia necessario applicare il buon senso. Se qualcuno deve prendersi in carico la salma del terrorista non può che essere il suo Paese d'origine, cioè la Tunisia».

Attualmente il corpo di Amri si trova nell'obitorio di Sesto San Giovanni e nessuno ha reclamato la salma.

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