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Sesto San Giovanni

Cena di beneficenza per l'Ong dei migranti, il sindaco di Sesto attacca la parrochia

Durissimo affondo di Roberto Di Stefano (centrodestra) contro l'Ong Mediterranea, che risponde annunciando querele

Un attacco senza precedenti da parte del sindaco di Sesto San Giovanni Roberto Di Stefano (centrodestra) alla parrocchia della Resurrezione di Gesù di via Pisa, nel cui oratorio è stata programmata una cena solidale di beneficenza per la Ong Mediterranea.

La cena si terrà il 27 novembre, e il ricavato verrà devoluto proprio all'organizzazione non governativa attiva nel Mare Mediterraneo per salvare la vita ai rifugiati, anche se la prospettiva del primo cittadino è del tutto opposta: Di Stefano, marito dell'eurodeputata leghista Silvia Sardone, definisce l'attività di Mediterranea «aiuto agli scafisti per riempire di clandestini il nostro Paese».

nave ong mediterranea profughi-2

Per Di Stefano, «è assurdo che l'evento si svolga all'interno di un oratorio. Inconcepibile che la parrocchia presti il fianco a un’iniziativa politica e orientata a sinistra come fosse un centro sociale». Il primo cittadino fa anche notare che, tra gli esponenti di Mediterranea, c'è Luca Casarini, già leader dei No Global. Nel mese di marzo 2019, Casarini era capo missione della nave Mare Jonio, che ha salvato 49 persone: per quell'episodio Casarini è indagato, tra l'altro, per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. 

«Diventa pericoloso finanziare personaggi del genere, che non si curano minimamente di rispettare le leggi e se ne fregano della volontà popolare», la conclusione del sindaco di Sesto. 

L'organizzazione della cena è a cura dell'associazione Sesto per Mediterranea, mentre la parrocchia offrirà semplicemente lo spazio. E il collettivo si è difeso, sempre su Facebook: «Non fossero bastate le parole del sindaco abbiamo deciso di farci del male leggendo i commenti sotto al post. Abbiamo, è proprio il caso di dirlo, nuotato in un mare di odio che non credevamo fosse possibile», scrive l'associazione riferendosi ai commenti pubblicati da utenti sotto il post di Di Stefano, che effettivamente trasudano in parte odio e discriminazione.

«Oggi - prosegue l'Ong - sentiamo anche il peso di chi odia. Sentiamo quell’insostenibile pesantezza di chi, neppure menzionato, decide di gettare fango solo per motivi mediatici, elettorali o forse solo perché ha paura. Sentiamo una pesantezza enorme che decideremo come affrontare, magari anche per vie legali, dovessero essercene gli estremi». Intanto prosegue l'organizzazione della cena: sono state oltre 60 le prenotazioni richieste in un solo giorno dalla pubblicazione su Facebook dell'evento, su un centinaio di posti disponibili. 

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