rotate-mobile
Sesto San Giovanni Sesto San Giovanni / Viale Vittorio Veneto

Incontri di cucina per donne arabe: scoppia la polemica

A Sesto San Giovanni mercoledì 26 novembre è partito un corso culinario destinato solo a donne migranti. Antonio Lamiranda, consigliere comunale di Fratelli d'Italia, dichara: "E' di razzismo al contrario"

A Sesto San Giovanni mercoledì 26 novembre parte un corso di cucina gratuito destinato esclusivamente a donne arabe (nella foto il volantino). Organizzato dalla LILT (lega italiana lotto tumore) e patrocinato dal comune di Milano, l’iniziativa sarà per quattro mercoledì e prenderà vita presso il centro islamico di via Vittorio Veneto. Antonio Lamiranda, consigliere comunale di Fratelli d’Italia, ritiene il corso discriminatorio ed è intervenuto a tal proposito rilasciando una dichiarazione. 

“Dopo il corso di piscina – ha affermato Lamiranda - adesso un corso di cucina gratuito solo per donne arabo-islamiche? Ancora un caso di razzismo e discriminazione sul territorio di Sesto! Il tutto in barba al Sindaco Chittò: ne sa nulla? L’associazione LILT ha annunciato che da oggi con il patrocinio del Comune di Milano (va bene che Pisapia è Presidente della città metropolitana ma adesso detta anche le regole a casa nostra? Il Sindaco Chittò non si faccia mettere i piedi in testa!) ha organizzato una serie di incontri con la comunità islamica di Sesto presso il centro culturale di Via Vittorio Veneto 14 a Sesto e che nell’occasione verranno letteralmente “cucinate” delle pietanze”.

Antonio Lamiranda si interroga poi su quante sedi abbia la comunità islamica a Sesto San Giovanni: “Via Tasso (quella ufficiale), Via Trento 106 (quella oggetto di denuncia alla procura di Monza) ed adesso quella di via Vittorio Veneto (in pieno centro città). Ormai è un proliferare di cambi di destinazione d’uso dei locali senza controllo alcuno. Il rispetto della legge a Sesto da parte della comunità islamica è solo a parole”.

Il consigliere comunale di Fratelli d’Italia termina con una richiesta: “Chiedo al Sindaco, alla Polizia Locale ed all’Ufficio Tecnico del Comune di Sesto nonché ai Vigili del Fuoco ed all’Asl Competente di intervenire immediatamente per verificare se esistono tutte le autorizzazioni di legge per il centro cottura ed in caso negativo di comminare le sospensioni amministrative e trasmettere gli atti alla competente Procura della Repubblica. E poi domando: ma non si poteva usare il centro cottura del comune per queste iniziative all’educazione alimentare? E soprattutto non è discriminatorio riservare alle sole donne arabe un corso gratuito di cucina, forse che le donne cristiane o europee o indonesiane o indù o africane sanno cucinare meglio di quelle arabe e secondo i corretti valori nutrizionali? Questa è discriminazione, questo è razzismo, questa è prevaricazione, questa è dittatura culturale della comunità arabo-islamica su tutte le altre comunità e realtà del mondo. Chiedo le scuse ufficiali del Sindaco di Milano per aver patrocinato un’operazione di razzismo e discriminazione del genere sul territorio del comune di Sesto senza interessare il territorio ed il sindaco Chittò”.  

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Incontri di cucina per donne arabe: scoppia la polemica

MilanoToday è in caricamento