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Sesto San Giovanni Sesto San Giovanni / Viale Tommaso Edison

Sesto, uccide il padre e la madre: "Nessun segnale di pentimento"

Una discussione lunga e notturna, al termine della quale Davide Mugnos, 26 anni, ha ucciso con diverse coltellate la donna, Francesca Re, e il padre, Giuseppe Mugnos

Sarebbe stata una lite con la madre - che voleva che il figlio tornasse a curare la sua depressione - il movente del duplice omicidio in viale Thomas Edison a Sesto San Giovanni (Milano). Una discussione lunga e notturna, al termine della quale Davide Mugnos, 26 anni, ha ucciso con diverse coltellate la donna, Francesca Re, e il padre, Giuseppe Mugnos. Lo ha detto il giovane stesso al pm di Monza Michele Troiani, al termine dell'interrogatorio al Commissariato di Cinisello Balsamo. Anna Bruno, vice questore che ha seguito le indagini, ha detto che il ragazzo era "consapevole del fatto ma mentalmente poco lucido".

Un canovaccio già letto, quello del figlio che alza la mano contro i propri genitori, ma che non lascia mai indifferenti. Questa volta l'omicidio nasce in un contesto che la questura definisce come "difficile". Il padre, ridotto su una sedia a rotelle da una cirrosi dovuta all'eccessivo uso di alcol, e che in passato era stato un marito violento. Il figlio, ragazzo cresciuto troppo in fretta, che già a quindici anni aveva problemi di vario genere. Poi i guai psichici e la cura presso il Centro psico-sociale (Cps). "Una personalità complessa", lo definisce Bruno.

Di recente il giovane era tornato da un altro istituto specializzato a Frosinone. Era lì che la mamma lo voleva 'rispedire' proprio perché i suoi modi erano tornati ad essere violenti. Davide, che era anche disoccupato, non voleva. La madre insisteva. E qualcosa nella testa del ragazzo ha fatto scattare il raptus.

Intorno alle 3.30 di martedì. Un altro condomino del civico 666 del lunghissimo vialone sente delle urla strazianti. Lui, poliziotto, capisce che qualcosa non va. Individua l'appartamento, bussa alla porta ma non riceve risposta. Immediatamente chiama i colleghi. In pochi minuti, gli agenti sono sul pianerottolo. Convincono il giovane ad aprire dopo una brevissima trattativa. Ha il torso nudo ed è ancora sporco di sangue, nonostante una doccia degli ultimi istanti. E' confuso, sotto choc, e viene portato via in manette al Commissariato di via Cile,  a Cinisello. "Confessa subito - spiega Bruno - ma non mostra nessun momento di pentimento". Infine, martedì, viene trasferito al carcere di Monza.

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