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Covid-19, salta la prima testa in Regione: è quella del direttore welfare Luigi Cajazzo

La nomina di Tirelli (ex manager sanitario legato a CL) al suo posto. Il Pd: «Primo cambio di rotta». I 5 Stelle: «Non cambia niente»

Prima "rivoluzione" nella sanità lombarda dopo l'epidemia da Coronavirus: il direttore generale welfare Luigi Cajazzo è stato sostituito da Marco Trivelli, storico manager sanitario di 56 anni con esperienza al Niguarda a Milano e agli Spedali Civili di Brescia. Un manager molto vicino a Comunione e Liberazione quando il governatore della Lombardia era Roberto Formigoni.

Il cambio ai vertici non è ovviamente, almeno dal punto di vista dell'immagine pubblico, una "testa che salta". Cajazzo resterà a fianco del governatore Attilio Fontana con un nuovo incarico: quello di vice segretario generale della Regione. «Coordinerà tutte le fasi dell'evoluzione della riforma sanitaria e dell'integrazione socio-sanitaria», spiega Fontana in una nota ufficiale: «Mi complimento con lui per il lavoro fin qui svolto in un momento particolarmente difficile, durante il quale non si è mai risparmiato dimostrando grande professionalità».

La motivazione dell'avvicendamento sembra comunque essere quella di un recupero del rapporto con i medici di base, aggravatosi durante l'epidemia da Covid-19 visto che, se una cosa è venuta a mancare, è stata proprio l'organizzazione della sorveglianza sanitaria alla base. Uno dei maggiori nodi scoperti della gestione dell'epidemia è l'aver lasciato sole decine di migliaia di persone con sintomi da Covid-19, a casa in autoisolamento, come dimostrano le centinaia e forse migliaia di "denunce" pubbliche sui social network e sui giornali.

E' anche possibile che Cajazzo "paghi", tra l'altro, la scelta di riaprire immediatamente il pronto soccorso dell'ospedale di Alzano Lombardo, in Val Seriana, domenica 23 febbraio, dopo i primi due casi di Covid-19 in quel nosocomio e la momentanea chiusura del reparto. Una scelta ammessa anche davanti ai magistrati bergamaschi che indagano sull'epidemia. In quella occasione Cajazzo ha affermato comunque di avere preso la decisione di riaprire il pronto soccorso dopo essersi assicurato che sarebbero state prese tutte le necessarie misure di precauzione.

Le reazioni: «Primo cambio di rotta»

«Dopo i primi scossoni, che sono stati l’affossamento del piano socio-sanitario la scorsa settimana e il cambio di rotta sulle Rsa, c’è anche la prima sostituzione tra gli uomini che hanno gestito l’emergenza Covid», commenta Fabio Pizzul, capogruppo del Pd al Pirellone: «Per ora sono cambiamenti che non toccano la politica, che però è la vera responsabile delle scelte compiute durante l’emergenza e a Palazzo Lombardia sanno bene che rimuovere l’assessore alla sanità significa accusare tutta la giunta, presidente in primis, degli errori e delle mancanze palesate in questo periodo. Ma è in corso, e vedremo con che esiti, quel cambio di rotta che abbiamo chiesto per settimane e, soprattutto, che abbiamo scritto nella mozione che tanto ha fatto arrabbiare la Lega e che è diventata l’argomento per fermare la commissione d’inchiesta».

«Fontana diceva: "Rifarei tutto". Oggi per fortuna ha cambiato idea e ha sostituito il direttore generale della sanità Luigi Cajazzo. Non basta mandare via un funzionario. Si faccia lavorare la commissione di inchiesta e si corra ai ripari con test, sanità di territorio e tracciamento», il commento di Lia Quartapelle, deputata milanese del Pd.

«Si scrive Trivelli, si legge Formigoni: la sostituzione ai vertici della sanità lombarda è solo di facciata. Cambiando l’ordine dei direttori il risultato non cambia», reagisce invece Gregorio Mammì del Movimento 5 Stelle: «Il vero cambiamento si deve basare sulla meritocrazia e su una riforma generale della sanità lombarda. Fontana prosegue nella via della spartizione politica, nominando come direttore generale della sanità Marco Trivelli, manager nato all’ombra di Formigoni e cresciuto con Maroni. All’alba della Fase 3 la Lombardia perde, con la prima mossa di Fontana, la grande occasione di creare discontinuità con il passato. Si occupa una poltrona in quella che è solo un’operazione di distrazione di massa: quella modifica non farà nessuna differenza nella debacle assoluta del nostro sistema socio-sanitario. La sanità lombarda va riformata smettendola, una volta per tutte, di spartirsi le poltrone di chi deve gestire un settore strategico».

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