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Mercoledì, 17 Aprile 2024
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Il meccanico che riporta in vita le moto d'epoca a Milano - Episodio 2 di Mest(ieri)

A resuscitarle è la dedizione di Flavio Crispi, attivo in città sin dalla metà degli anni '80

Ci si arriva percorrendo uno stradello sterrato ai confini di Milano e al suo interno Honda degli anni '70 convivono con antichi macchinari, radio e telefoni vintage. Sullo sfondo una proliferazione di cassetti dove vengono custoditi attrezzi di ogni genere. Ai più questo luogo è noto come Crispi Corse, officina specializzata nella riparazione e nel restauro di moto d'epoca e da corsa, ma qualcuno sa che questo è soprattutto lo spazio dove si è consumata una lunghissima e appassionata storia d'amore, quella tra il suo proprietario, Flavio Crispi, e le due ruote. 

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Folti capelli bianchi e occhi celesti, Flavio, classe '59, ci accoglie nel suo piccolo tempio dei motori, al 61/5 di via Benedetto Diotti, zona Baggio. Qui, grazie a un'esperienza maturata nel corso di diversi decenni, porta a nuova vita le motociclette da corsa, e non solo. Crispi Corse, tra le pochissime officine di Milano ancora in grado di riparare le moto d'epoca, è nata nel 1985 (in un'altra sede), ma il suo fondatore si diletta con quest'arte sin da quando aveva appena 15 anni, riuscendo a trasformare le moto di serie degli anni '70 e '80 in moto da corsa. All'officina, principalmente, si rivolgono due categorie di persone, giovani che si avvicinano al mondo delle moto d'epoca e appassionati, più agée, interessati alle moto da corsa.

Quella che il signor Crispi intrattiene con le motociclette è una relazione di lunghissima data: da che ha memoria le ha sempre amate moltissimo. Ancora ragazzino, riparava già la sua moto e quelle degli amici. Poi, dopo aver lavorato per 8 anni nella grande industria come meccanico riparatore, manutentore e attrezzista, avendo la possibilità di approfondire il mestiere, a metà degli anni '80 è riuscito ad aprire la sua prima officina. Quella di Baggio dove lo incontriamo è la sua terza, nata dalle ceneri delle prime due in uno spazio che da 15 anni era dismesso. Il segreto più importante per svolgere al meglio questo mestiere? Oltre all'inventiva, alla capacità di ideazione delle modifiche e alla determinazione (spesso occorre smontare tutto e ricominciare da capo) - ci dice Flavio -, ci vuole soprattutto tanto, tanto tempo.

Una svolta per il signor Crispi è poi arrivata nel 1987, anno in cui ha iniziato a correre insieme a due amici, immergendosi appieno in una dimensione molto particolare, quello delle moto d'epoca da corsa. "In tutti questi anni - ci rivela pieno di commozione - le Honda e le Ducati sono sicuramente le moto più belle con le quali ho lavorato. Un ricordo bellissimo per me è quello di quando ho vinto il campionato italiano nella categoria '500 derivate di serie: era il 1999, avevo un'Honda preparata da me e mi sono detto 'quest'anno vediamo se riusciamo a vincere'. Ce l'ho fatta".

Una giornata tipo da Crispi Corse non esiste e le attività sono molto varie: si va dal recupero dei ricambi alla progettazione per l'intervento di riparazione delle moto, passando ancora per i contatti con i clienti. "Restaurare e riparare una moto d'epoca è molto complesso  - ci spiega Flavio -. Con una moto moderna, basta cercare il pezzo di ricambio e sostituirlo. Spesso, invece, per una moto 'datata' non è possibile reperire nuovi ricambi, si rende quindi necessario un puntiglioso e accurato lavoro di recupero. Noi interventi normali non ne facciamo, per quello esistono le altre officine. Qui si fanno solo riparazioni difficili".

Anche per la complessa opera di restauro, attraverso la quale l'esperto meccanico artigiano deve saper rimettere una moto in funzione salvaguardando, al tempo stesso, la sua originalità, per Flavio trovare un aiutante è pressoché impossibile e in questo momento a fargli compagnia durante le lunghe giornate di lavoro c'è solo il suo cagnolone bianco. Sul futuro dell'attività, infatti, al momento pende la spada di Damocle dell'abbandono: "Quando non ci sarò più - ci dice Flavio con rammarico -, questa officina molto probabilmente andrà a morire".

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