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Cronaca Stazione Centrale / Piazza Duca d'Aosta

Militare pugnalato in Stazione Centrale, sotto i "raggi x" il telefono dell'aggressore yemenita

Gli investigatori stanno cercando immagini che possano provare un livello di radicalizzazione

Non è ancora chiaro se sia legato a qualche cellula terroristica Mahamad Fathe, il 23enne yemenita che martedì mattina davanti alla Stazione Centrale di Milano ha pugnalato al collo con un tagliacarte Matteo Toia, militare 34enne dell'esercito. E gli inquirenti stanno procedendo con i piedi di piombo, anche perché — secondo quanto trapelato durante l'interrogatorio poco dopo il fatto — l'uomo è apparso come un disadattato, isolato e spaesato. Per escludere ogni dubbio, comunque, il pool antiterrorismo di Milano, guidato dal pm Alberto Nobili, sta passando al setaccio lo smartphone del giovane.

Militare pugnalato in Centrale: il video dell'aggressione

Gli inquirenti stanno cercando eventuali video o immagini che possano provare o meno un certo livello di radicalizzazione religiosa da parte del giovane che, braccato dai carabinieri e da un passante eroe, ha urlato "Allah Akbar".

La segnalazione della Germania

In Germania, dove era approdato prima di essere rimandato in Italia, il giovane non sarebbe mai stato visto partecipare a riunioni o situazioni che potessero mostrarne la radicalizzazione o la pericolosità né è mai stato indagato per alcun reato. Berlino, come si apprende, ha semplicemente segnalato il soggetto in quanto musulmano sunnita alle autorità italiane al momento del rimpatrio. Una segnalazione "inconsistente", anche perché di avvisi analoghi, riferiscono fonti investigative, la procura ne riceve a centinaia.

Il procedimento giudiziario

Nella giornata di mercoledì la procura ha inviato gli atti del caso al giudice per le indagini preliminari Natalia Imarisio che nella giornata di giovedì interrogherà il 23enne per decidere se convalidare o meno l'arresto.

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