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Alessandro Rovellini

Direttore responsabile

Montenapoleone

Le mini-case milanesi sono divertenti, ma non troppo

Su Tiktok un'onda virale, da qualche tempo, ironizza sulle mini-case "alla Pozzetto" in centro a Milano. Ma vivere in 15 metri quadrati a 900 euro al mese è opprimente e faticoso. Le alternative ci sono: andare via

In principio fu Pozzetto. Anno 1984, Il Ragazzo di Campagna. Il compianto Enzo Garinei, direttore di un residence, porta Artemio nella sua nuova casa meneghina. È un buco, pochi metri quadrati, ma modernissimo. Tavolo pieghevole, tv e doccia a scorrimento, angolo cottura. Per "sole 50mila lire al giorno" si possono persino organizzare "feste e ricevimenti". La scena, 38 anni dopo, è un cult rimpolpato da Youtube e dai social. Il "taaac", marchio indelebile di Pozzetto, nasce lì. 

2022, epoca di Tiktok. In fisica, reminiscenze scolastiche suggeriscono che "nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma". L'eccezione alla legge di conservazione della massa, però, sono gli appartamenti milanesi. Da Pozzetto in poi non è cambiato nulla. Niente da invidiare ai condomini formicaio di Hong Kong. Microscopici, al limite dell'invivibilità, con un'unica, ridondante caratteristica comune: sono cari come il sangue. Da qualche tempo, su Tiktok, influencer e content creator li scovano sugli annunci e li commentano. Altri, invece, in ironici "pov" ("come lo vedo io"), mostrano le loro case. Il must, anche per chi fa estrema fatica, è vivere in centro a Milano. In tutte queste declinazioni, i risultati sono spesso esilaranti. 

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Certo, non è la Milano di tutti. C'è uno zoccolo benestante e ricchissimo che si può permettere 15mila euro al metro quadro e vivere, con mini-spa e terrazza, in via Della Spiga. Ma scrostando la patina sarcastica, quella copertina brillante di Tiktok che regala qualche minuto di sorrisi, c'è la quotidianità di migliaia di lavoratori e famiglie costretti a spazi angusti con prezzi esorbitanti. Almeno se non si vuole finire praticamente a Varese o Pavia.

Domanda e offerta, si dirà. Se qualcuno è disposto a pagare questi prezzi, non c'è da stupirsi. Una singola, a Milano, per i fuorisede, arriva a toccare mediamente 620 euro al mese, +8% rispetto al pre-covid e +11% rispetto al 2021. Un sacrificio per gli anni dell'istruzione universitaria, poi via. Con un cortocircuito. Milano e l'hinterland, infatti, hanno smesso di essere polo d'attrazione dal 2019. La popolazione è in continuo calo e c'è un flusso in uscita, accentuato dalla pandemia, non legato alle culle vuote. Nel 2021, secondo i dati più recenti, l'area metropolitana ha perso 6mila residenti. Eppure entro la Cerchia gli affitti rimangono sostenutissimi: meno persone che, tuttavia, alzano la posta. E il mercato si adegua.  

Obbiettivo di una città dovrebbe essere quello di porsi, ogni anno in modo crescente, come nodo d'aggregazione inclusivo, confortevole, aperto, con servizi e, soprattutto, spazi privati dignitosi per qualsiasi tenore salariale. Il centro di Milano, oggi, semplicemente non lo è. L'asticella alzata perennemente da pochi, su stipendi medi stagnanti erosi dall'inflazione, non fa che accentuare questa (de)crescita.

@mangiapregasbatty #case #casedaincubo #disagio #monolocale #reaction #mercatoimmobiliare #milano ♬ suono originale - Noemi Mariani

@roccotnl

post muto

♬ Naughty Boy - Francisco Germain Becker
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