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Cronaca Parco Nord

Milano, stupra una turista al Lambro: 'Cavallo' aveva violentato un'altra donna su un treno

Il ragazzo, 28 anni, alias 'Cavallo', è membro della gang di latinos Ms18. Incastrato dal Dna

Il suo Dna lasciato sul corpo della donna canadese di 30 anni lo ha incastrato. Non una ma due volte. Perché grazie alle indagini sullo stupro della turista -  avvenuto il 17 settembre all'interno di una Citroen C3, nei pressi del Parco Lambro di Milano - i carabinieri, coordinati dal Pm Gianluca Prisco, hanno scoperto che l'uomo sarebbe l'autore di un'altra efferata violenza sessuale commessa nel 2010. Sempre all'alba, erano circa le 6, ma all'interno della carrozza deserta di un treno partito da Milano Repubblica verso Vignate. Le indagini erano state archiviate perché al codice genetico non era stato associato alcun volto ma adesso il caso potrà essere riaperto.

Un'altra brutta notizia per José Balmore Iraheta Argueta, noto negli ambienti delle pandillas latine a Milano come 'Cavallo'. Il ragazzo, un 28enne di El Salvador, è stato arrestato nella giornata di martedì all'interno dell'abitazione della fidanzata, una giovane straniera, ad Alessandria. "Non ha detto nulla, né ha opposto resistenza", ha detto il capitano dei carabinieri della compagnia Porta Monforte, Maurizio De Angelis. È rimasto calmo. Benché nel suo curriculum criminale ci sia pure un arresto - e una condanna - per tentato omicidio. Una vicenda legata alle gang di latinos: la sua banda sarebbe la 'Ms18', figlia di 'Barrio 18'. Il ragazzo dal 2011 era senza permesso di soggiorno dopo un rigetto dalla questura di Milano e guidava regolarmente anche se era senza patente.

"Un'indagine complicata, malgrado ci fossero anche le immagini delle telecamere e le celle telefoniche a darci una mano", ha spiegato Prisco, che ha diretto i detective dei militari. All'alba di quella domenica, il 28enne si è avvicinato alla 30enne in viale Monza e si è offerto di accompagnarla alla stazione di Lampugnano, dove la donna era diretta per prendere un bus per Venezia. La canadese si è fidata e, ipotizzando che si trattasse di un noleggio con conducente, è salita a bordo dell'utilitaria. Arrivati in piazzale Loreto, l'uomo prosegue per via Costa, via Leoncavallo, via Palmanova, piazza Udine e poi nei pressi del Parco Lambro parcheggia e abusa della donna. Terminato lo stupro il salvadoregno riaccende l'auto e libera la poveretta in centro città.

Il racconto della nordamericana trova riscontro nelle telecamere presenti lungo il percorso che permettono di individuare il modello dell'auto ma non la targa. Incrociando questo dato - una Citroen C3 - con quello delle cellule telefoniche agganciate al passaggio del veicolo nelle zone dove erano presenti gli impianti di videosorveglianza, si individuano quattordici utenze telefoniche. La rosa si screma ulteriormente e le indagini si concentrano su due sospettati.

La prova del nove arriva dal Dna. I militari riescono - da una tazzina di caffè e da una cicca di sigaretta - a prendere due campioni di Dna dai sospettati. Il Ris di Parma li confronta con il profilo genetico prelevato dalla vittima durante il suo ricovero immediato nel centro specializzato della clinica Mangiagalli. Uno dei due corrisponde con lo stupratore del Parco Lambro. Non solo: collima anche con il Dna prelevato dalla vittima di una violenza sessuale su un treno regionale nel 2010. In quel caso 'Cavallo', le cui caratteristiche collimano con la descrizione delle donne, aveva minacciato con un coltello la sua 'preda'. Dopo l'atto sessuale, sul pavimento della carrozza e mentre il treno era in movimento, era fuggito con il suo cellulare. A distanza di sette anni da quel episodio giustizia sembra fatta. Iraheta, dopo i tre anni passati in carcere a rimediare al tentato omicidio, ora pagherà anche per le sue - per il momento solo presunte - violenze sessuali, quelle passate e quelle recenti.

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