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Cronaca

Autopsia sui morti alla Lamina: intossicazione da argon. L'allarme funzionava

Le novità sul caso dei quattro operai morti nella fabbrica di Greco

L'autopsia sui quattro morti della Lamina Spa, in via Rho, martedì 16 gennaio conferma il decesso per asfissia e aggiunge un particolare non secondario: intossicazione da argon. Questo gas è la ragione per cui i vigili del fuoco, già il giorno della tragedia, avevano rilevato assenza totale di ossigeno nella fossa di due metri in cui si trovavano i quattro operai, uno dei quali ancora vivo ma in condizioni disperate, tant'è che sarebbe morto poco dopo.

Incidente sul lavoro alla Lamina Spa (B&V Photographers)

L'argon aveva impregnato, per così dire, in modo totale la fossa. Senza lasciare scampo a chi stava scendendo. I primi tre operai sarebbero svenuti quasi immediatamente, il quarto ha subìto danni gravissimi e non è sopravvissuto. Se ora è chiarita la dinamica e la ragione della morte, resta da capire come possa essere fuoriuscito l'argon. Se ne occuperà l'inchiesta, condotta dai pm Tiziana Siciliano e Gaetano Ruta, che hanno iscritto nel registro degli indagati l'amministratore unico dell'azienda.

Lunedì 22 gennaio, oltre alle autopsie, sono stati effettuati alcuni rilievi sul posto, da parte dei consulenti e dei periti nominati dal tribunale, dai pm e dalla difesa. Ad esempio è stato verificato che l'allarme funziona correttamente. Occorre ora capire, quindi, perché non sia scattato il 16 gennaio (o, in alternativa, se è stato completamente ignorato). 

Dal punto di vista tecnico, l'argon può essere utilizzato per evitare l'ossidazione quando si scalda il titanio. Il punto è che però incidenti del genere non dovrebbero capitare. Evidentemente da una parte l'argon è fuoriuscito mentre non avrebbe dovuto, dall'altra l'allarme (come detto) non ha funzionato oppure non è stato considerato. L'inchiesta farà luce anche su questi dettagli.

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