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Cronaca

Inchiesta fornitura camici, indagato anche il governatore della Lombardia Attilio Fontana

Fontana, insieme al cognato, è indagato per turbata libertà nel procedimento di scelta del contraente

Il presidente della Lombardia Attilio Fontana è stato iscritto nel registro degli indagati nell'inchiesta sulla fornitura da mezzo milione di euro di camici e altri dispositivi di protezione da parte della società Dama spa, azienda gestita dal cognato Andrea Dini e di cui la moglie del governatore lombardo detiene una quota del 10%. Fontana, insieme a Dini, è indagato per turbata libertà nel procedimento di scelta del contraente. Il fatto, secondo quanto trapelato, sarebbe avvenuto nella giornata in cui gli inquirenti hanno interrogato Filippo Bongiovanni, dg dimissionario di Aria spa: centrale acquisti della Regione.

Secondo l'inchiesta coordinata dal procuratore aggiunto Maurizio Romanelli l'affidamento diretto senza gara della fornitura, che risale allo scorso 16 aprile, sarebbe avvenuto in conflitto di interessi e l'ordine sarebbe poi stato trasformato in donazione solo il 20 maggio, dopo che la trasmissione di RaiTre Report iniziò a interessarsi della vicenda. Dama, per la tesi accusatoria, avrebbe voluto guadagnare cercando di vendere 25mila camici (75mila i totali di cui 50mila donati) con un prezzo di 9 euro a camice invece di 6 euro come proposto ad Aria, la centrale acquisti regionale.

Fontana indagato: le reazioni politiche

"Ho appreso con voi di essere stato iscritto nel registro degli indagati — ha scritto Fontana in un post su Facebook — . Duole conoscere questo evento, con le sue ripercussioni umane, da fonti di stampa. Sono certo dell'operato della Regione Lombardia che rappresento con responsabilità".

Caso camici in Lombardia, il legale di Fontana: ''Il suo ruolo non esiste''

"Il ‘ruolo’ di Fontana non esiste. Lui nel negozio giuridico non ha messo becco perché non ne era a conoscenza, l’ha saputo solo a cose fatte", ha detto, Jacopo Pensa, difensore di Fontana.

L’avvocato spiega che il governatore lombardo, una volta resosi conto del conflitto di interessi venutosi a creare, "si è posto il problema dell’opportunità della cosa e quindi ha fermato il pagamento" da Aria a Dama, con il contratto di vendita trasformato in donazione, dunque "casomai il suo è stato un intervento virtuoso, non malizioso". Per il resto, conclude il legale, "aspettiamo gli eventi per commentare ulteriormente, per il momento è una notizia giornalistica e io non ho sufficiente fantasia per capire l’ipotesi di reato".

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