rotate-mobile
Coronavirus

Draghi dice che vuole riaprire le scuole

"Cominceremo a riaprire le scuole primarie e la scuola dell'infanzia anche nelle zone rosse allo scadere delle attuali restrizioni". Le parole di Draghi al Senato accendono la speranza

"Mentre stiamo vaccinando è bene cominciare a pianificare le aperture. Noi stiamo guardando attentamente i dati sui contagi, ma insomma se la situazione epidemiologica lo consentirà la scuola aprirà in primis, anche nelle zone rosse. Cominceremo a riaprire le scuole primarie e la scuola dell'infanzia anche nelle zone rosse allo scadere delle attuali restrizioni, ovvero speriamo subito dopo Pasqua".

Le parole che il premier Mario Draghi ha pronunciato mercoledì 24 marzo al Senato sono una luce di speranza per migliaia di genitori, studenti e insegnanti. Tutti, chi in un modo chi nell'altro, costretti da settimane a fare i salti mortali per via delle chiusure degli istituti scolastici di ogni ordine e grado nelle regioni in zona rossa: scuole superiori, medie, primarie, materne e nidi.

Gli studenti sono dunque già da giorni obbligati a seguire le lezioni con la didattica a distanza (dad). Una soluzione accettabile per quelli più grandi, anche se le proteste per la riapertura sono all'ordine del giorno, ma parecchio complicata per i bambini più piccoli. Dad del tutto assente per i bimbi delle materne e dei nidi, per i quali non ci sono alternative quando la scuola chiude. Con la conseguenza immediata che anche per i genitori - lavoratori di qualsiasi categoria, incluso medici, infermieri, oss - la gestione familiari diventa complicata.

Quando riaprono le scuole?

Se le parole del primo ministro Draghi fossero tradotte in realtà, dopo Pasqua e Pasquetta le scuole nelle zone rosse dovrebbero riaprire. Anche se dal discorso del premier, si evince che la priorità sarà data alle scuole dei più piccoli: primarie, infanzia e nidi. Per i ragazzi più grandi, se le cose dovessero rimanere così, la didattica a distanza continuerà anche oltre il periodo pasquale. 

Fontana sulle scuole da riaprire

Quanto alle misure necessarie per venire incontro alle difficoltà delle famiglie con figli in questo momento di emergenza, la ministra per le Pari opportunità e la famiglia, Elena Bonetti ha commentato nei giorni scorsi così: "Non siamo più nella situazione del primo lockdown. Ma è evidente che se la situazione d’emergenza si prolungherà, nei prossimi provvedimenti ci sarà il mio personale impegno per allargare gli strumenti del bonus baby sitter e congedi". La ministra ha poi ribadito che "per le famiglie con figli la prospettiva è sapere che da luglio partirà l’assegno unico universale, sul quale ritengo io da oggi possiamo investire anche di più di quello che avevamo preventivato".

Perché la variante inglese fa chiudere le scuole

Le scuole erano state chiuse considerando l'andamento della situazione epidemiologica sul territorio "che presenta le condizioni di un rapido peggioramento con un’incidenza in crescita in tutti i territori della Lombardia, anche in relazione alle classi di età più giovani", cosa dovuta in parte alla nuova variante in circolazione, come confermato anche dagli esperti in materia.

"Con la prima variante i bambini avevano una resistenza da 20 a 30 volte maggiore di un adulto e questo ha permesso di lasciare aperte le scuole materne. La variante inglese invece - secondo Andrea Crisanti, professore ordinario di microbiologia all'Università di Padova - ha rotto questa barriera e si diffonde bene anche in bambini fino a 5 anni. È cambiato il quadro epidemiologico, ignorarlo comporta il rischio di aumentare i contagi. È giusto che si prenda in considerazione la nuova caratteristica del virus. L'agenda la detta il virus, se cambia il virus devono cambiare le misure".

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Draghi dice che vuole riaprire le scuole

MilanoToday è in caricamento