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Coronavirus

Test sierologici, il caso Diasorin-San Matteo: «No alla gara se iniziativa è della società privata»

Il parere del Ministero della Salute conferma la validità dell'accordo tra l'azienda e l'ospedale per la ricerca sui test sierologici Covid

Se la ricerca scientifica è su iniziativa di un soggetto privato, allora l'ospedale che la "ospita" e che vi collabora non deve effettuare una gara pubblica. E' il parere del Ministero della Salute (inviato al Consiglio di Stato tramite il Ministero della Ricerca Scientifica) riferito al caso dei test sierologici per la ricerca degli anticorpi Covid, sviluppati dall'azienda Diasorin in collaborazione con l'ospedale San Matteo di Pavia, a primavera, che ha prodotto un contenzioso tra Diasorin e Technogenetics.

Secondo quanto si apprende, tale parere si baserebbe anche su altre situazioni simili verificatesi in passato: collaborazioni tra ospedali pubblici e aziende private di ricerca scientifica e/o farmaceutica. Il Consiglio di Stato aveva stabilito che l'accordo sui test sierologici per il covid tra l'azienda Diasorin e l'ospedale San Matteo di Pavia fosse valido, sospendendo quindi la sentenza del Tar lombardo che, l'8 giugno, aveva azzerato quell'accordo accogliendo il ricorso di un'azienda che aveva lamentato violazioni delle norme sulla concorrenza da parte dell'ospedale, struttura pubblica, nel mettere a disposizione di una multinazionale laboratori e conoscenze.

Mancava ancora la decisione nel merito, tant'è che lo stesso Consiglio di Stato aveva chiesto al Ministero della Ricerca Scientifica di fornire la descrizione su come avvengono le modalità di ricerca nelle strutture come il San Matteo, in particolare per quanto riguarda "l'origine" dell'attività di ricerca. In altre parole, il Ministero avrebbe dovuto illustrare se è normale prassi che una proposta di ricerca arrivi da un'azienda privata e sia accolta da un ospedale pubblico per avviarla e portarla a termine.

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