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Giovedì, 28 Marzo 2024
Attualità Duomo / Piazza Fontana

Corteo No green pass a Milano: manifestanti deviano e bloccano il traffico

Presenti 4mila persone. Alcuni dei manifestanti hanno inscenato un 'funerale della costituzione' trasportando una bara

È partito intorno alle 17 di sabato 6 novembre il 16° corteo contro il green pass a Milano. Durante il raduno in piazza Fontana, due giornalisti di Fanpage, ai quali hanno cercato di impedire di effettuare riprese, sono stati anche spintonati e insultati. La Digos è intervenuta portando in questura l'autore dell'aggressione, e il fratello, sprovvisto di documenti, arrivato per dargli man forte con gli agenti. Ancora una volta presente, insieme ad alcune migliaia di persone (4mila secondo la questura), l'ex brigatista Paolo Maurizio Ferrari, il quale non aveva mancato nemmeno i precedenti cortei e nelle scorse settimane era già stato denunciato per manifestazione non autorizzata.

I manifestanti bloccano il traffico: video

Corteo contro il green pass di sabato 6 novembre (foto Guarino/MilanoToday)

La diretta del corteo

Fino alle 18 circa, il percorso prescritto dal questore è stato rispettato, con il passaggio da piazza Fontana al Duomo e poi in via Mazzini, piazza Missori e corso di Porta Romana. Venerdì gli organizzatori della manifestazione avevano però annunciato con una nota che non lo avrebbero seguito. Come di consueto, le forze dell'ordine stanno mantenendo la vigilanza ai massimi livelli, anche per proteggere gli 'obiettivi sensibili' che i manifestanti potrebbero voler raggiungere nonostante il divieto di via Fatebenefratelli. 

Alcuni dei manifestanti hanno portato con sé una bara ricoperta dal Tricolore, tra croci e lumini, per celebrare, hanno detto, il funerale della costituzione italiana. Intorno alle 18.40, il corteo si è diviso all'altezza di largo Crocetta: con circa 2mila dei manifestanti (solo 600 hanno proseguito lungo l'itinerario previsto) che ha deviato dal percorso autorizzando virando verso corso di porta Vigentina, per poi occupare viale d'Este bloccando le auto in transito su entrambe le corsie. Un cordone della polizia di Stato ha però prontamente fermato questo 'corteo deviato'. I manifestanti al quel punto si sono divisi ulteriormente in gruppi muovendosi in modo confuso per creare caos e impedire alle auto di passare. A intervenire per gestire la viabilità anche la polizia locale. Poco prima delle 19.30, però, il gruppo 'ribelle' ha aggirato il blocco, tornando a occupare viale d'Este, poi si è diretto in viale Bligny, è risalito da viale Monte Nero e ha raggiunto viale Regina Margherita e ancora via Cadore e vi Scesia, angolo via Anfossi. È qui che la polizia è riuscita a raccogliere il migliaio di persone rimaste e a bloccarle per impedire ulteriori disordini.

Oltre all'episodio prima della partenza in piazza Fontana, durante il corteo un videomaker è stato aggredito verbalmente: anche in questo caso, la polizia di Stato ha fermato e identificato l'aggressore. Un altro giovane manifestate, inoltre, è stato accompagnato in questura dopo essere stato beccato a imprattare le auto della polizia. Poco prima delle 20, in viale Bligny, alcuni manifestanti hanno aggredito quattro ragazzi che avevano protestato contro il blocco.

Nel complesso si sono verificate ripetute violazioni alle prescrizioni del questore di Milano. La manifestazione è stata dichiarata conclusa, poco dopo le 21, dal dirigente dei servizi di ordine pubblico della Questura in via Anfossi, luogo in cui non è stato più permesso il movimento del disordinato corteo. 60 in totale le persone accompagnandone in questura, di cui 10 che verranno deferite all' autorità giudiziaria. Due, invece, i fogli di via obbligatori della durata di un anno emessi dal questore.

"Durante la fase di contenimento finale dei manifestanti cui non è stato più consentito di muoversi, sono state ricevute richieste di soccorso per malori rivelatisi inesistenti  - si legge in una nota della questura -; analogamente, alcuni manifestanti hanno contattato il numero unico di emergenza 112 per chiedere soccorso alle forze dell'ordine per 'sequestro di persona'".

Il percorso prescritto dal questore

I no green pass di Milano, dopo aver definito 'intimidatorio' il comportamento della questura, avevano comunicato di aver revocato il preavviso, poiché le loro proposte - ovvero passare daventi al Duomo, attraversare corso Buenos Aires e sfilare davanti a due luoghi sensibili - sarebbero state rifiutate. In realtà la questura ha incluso nel percorso prescritto piazza Duomo e Buenos Aires, evitando però di includere punti a rischio per ovvi motivi di ordine pubblico. Nei giorni scorsi, molte associazioni ed enti, tra cui anche la Confcommercio, avevano chiesto lo stop alle manifestazioni dei no green pass che da 16 sabati paralizzando il centro città causano pesanti disagi ai cittadini e mancati introiti ai negozianti.

Nell'impossibilità di giungere a un accordo, il questore venerdì aveva emesso un provvedimento di prescrizione imponendo che, dopo il concentramento in piazza Fontana, l'iniziativa si svolgesse dalle 17 alle 21, in forma di corteo, ma lungo il seguente itinerario: piazza Fontana, piazza Duomo, via Mazzini, piazza Missori, corso di Porta Romana, viale Caldara, viale Regina Margherita, piazza V Giornate, viale Bianca Maria, corso XXII Marzo, viale Piceno, via dei Mille, viale Abruzzi, piazzale Loreto, corso Buenos Aires sino in piazza Oberdan.

"Nonostante le opinabili dichiarazioni dei promotori succedutesi nei giorni scorsi, con toni non in linea con una corretta interlocuzione con le istituzioni - si legge in una nota di via Fatebenefratelli - il paziente lavoro di contemperazione dei diritti e degli interessi svolto dalla Questura aveva portato a ridefinire un percorso plausibile che manteneva il passaggio nei pressi di alcuni punti indicati dai manifestanti, oltre che il transito attraverso piazza Duomo".

La proposta era stata elaborata col duplice obiettivo di consentire ai no green pass di manifestare tutelando al contempo obiettivi considerati sensibili e interessi di cittadini e commercianti milanesi, che già per 15 sabati hanno dovuto subire il passaggio dei no green pass. Ma l'ipotesi ha trovato la ferma opposizione degli organizzatori.

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