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Morì per salvare il figlio che aveva in grembo: il Papa la proclama venerabile

È la storia di Maria Cristina Cella Mocellin, ragazza originaria di Cinisello Balsamo

È diventata "venerabile" Maria Cristina Cella Mocellin, ragazza di Cinisello che nel 1995, a 26 anni, preferì morire piuttosto che sottoporsi a delle cure anticancro salvavita che però avrebbero potuto nuocere al bimbo che portava in grembo. Lo ha deciso Papa Francesco nella giornata di lunedì 30 agosto, giorno in cui ha ricevuto in udienza il cardinale Marcello Semeraro, prefetto della Congregazione delle cause dei santi.

Per l'ex 26enne è quindi iniziato il cammino verso la beatificazione. Con lo stesso provvedimento sono stati resi venerabili Placido Cortese, sacerdote professo dell’ordine dei Frati minori conventuali, morto a Trieste nel novembre 1944; e Enrica Beltrame Quattrocchi, fedele morta il 16 giugno 2012.

Maria era nata il 18 agosto del 1969 a Cinisello Balsamo e proprio nella città alle porte di Milano conobbe la fede nella chiesa della Sacra Famiglia, nel quartiere Bellaria. A 18 anni sposò Carlo Mocellin e si trasferì a Bassano del Grappa dove diede alla luce due figli. Giovanissima fu colpita da un sarcoma alla gamba che fu curato e asportato ma quando sembrava essere sconfitto definitivamente, invece, si ripresentò dopo che la donna scoprì di essere incinta del terzo figlio. A quel punto, d'accordo col marito, decise di sottoporsi solamente a cure che non avrebbero interferito con la gravidanza. Una decisione che fece progredire la malattia. Maria Cristina morì il 22 ottobre 1995, a 26 anni lasciando una toccante lettera al figlio.

La sua storia ha spinto un gruppo di parrocchiani di Cinisello Balsamo a imbastire la causa di beatificazione. E la venerabilità non è che il primo passo di questo cammino.

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