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Domenica, 28 Aprile 2024
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Rosa, l'artista ipovedente che espone i suoi quadri nell'ospedale che l'ha salvata

Una mostra speciale quella che Rosa Brigati terrà all'Istituto neurologico Besta di Milano

Chi la conosce sa che Rosa, in arte Robry, è un vulcano. Un vulcano di emozioni, passioni, sentimenti e colori anche se quei colori lei non li percepisce appieno. Eppure quando si mette davanti alla tela gli ostacoli sembrano scomparire, quasi per magia. Un tocco veloce, una mano svelta e sicura e poi quelle tonalità che conquistano l’osservatore. Tanto che i medici dell’Istituto neurologico Besta di Milano hanno deciso di rendere omaggio a questa straordinaria paziente, ma prima ancora artista, organizzando per giovedì 9 novembre - dalle 11 alle 15 - una mostra con le opere di Robry e di Vincenzo D’Argenio. Una mostra nella biblioteca dello storico Istituto neurologico milanese di via Celoria in occasione dei 25 anni della Radioterapia. 

E Robry, all’anagrafe Rosa Brigati, milanese di nascita ma ormai monzese d’adozione, quell’ospedale lo conosce bene e a quei professionisti è molto legata. Così che, come spesso succede quando si “frequentano” abitualmente gli ambulatori di un ospedale con medici e infermieri oltre che della terapia, degli effetti collaterali e della paura si parla anche di passioni, lavoro, progetti. Tanto che quando Rosa ha svelato il suo amore per la pittura che coltivava fin da bambina, le è stato chiesto di esporre le sue opere proprio al Besta. 

“Sono rimasta senza parole - racconta a MonzaToday -. Non avrei mai e poi mai immaginato di poter esporre i miei quadri e soprattutto di mostrare le mie emozioni condividendole proprio in quel luogo di cura dove avevo ritrovato la luce dopo uno dei periodi più bui della mia vita”. 

Alcune delle tele risalgono al 1966 quando, poco più che bambina a causa di un drammatico incidente Rosa lottò tra la vita e la morte. Investita da un’auto finì in pronto soccorso in coma. Poi iniziò per lei un periodo di lenta ripresa e rinascita nella quale quell’arte ha avuto un ruolo molto importante. Per l’esposizione milanese Rosa ha scelto opere che vanno proprio dalla fine degli anni Sessanta ad oggi.

“Ci sono ritratti accademici, esplosioni di colori, divertissement, tutti accompagnati dalla gioia e dalla voglia  di uscire dal passato per salire verso la luce della speranza”, confida. Una luce, una speranza e una forza e voglia di vivere che non hanno mai abbandonato Rosa: neppure nei momenti più bui, anche dal punto di vista fisico, che l’hanno accompagnata in questi anni. Certa che, malgrado le difficoltà fisiche e visive che oggi deve affrontare, l’arte per lei è senza barriere. Ostacoli che Rosa riesce con forza a superare grazie allo straordinario amore della figlia Elisa e del marito Sergio, i suoi primi sostenitori. Oltre, naturalmente, ai medici e a chi conosce e ama il talento e la passione che sulle quelle tele Rosa riesce ad esprimere. 

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