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Il direttore del Teatro Manzoni: "Con green pass e vaccini arrivare presto alla capienza totale"

Arnone parla alla presentazione della nuova stagione del teatro. L'assessore Del Corno: "I teatri sono tra i luoghi più sicuri e noi dobbiamo praticare semmai l'avvicinamento sociale"

Inizia con "Don't stop me now" dei Queen la presentazione della nuova stagione teatrale del Manzoni di Milano. "Non fermateci ora", ripete Alessandro Arnone, direttore del teatro, introducendo il discorso, "ma anche non fermateci ancora", riferendosi al fatto che lo spettacolo è ripartito (con alcune restrizioni) e però, scottati dall'anno scorso, gli operatori del settore temono nuovi stop.

Arnone mette subito in chiaro le difficoltà con cui i teatri (soprattutto quelli privati come il Manzoni) devono fare i conti. "Per il primo lockdown sono saltate 70 repliche", ricorda, "e lo scorso settembre, speranzosi, abbiamo presentato una stagione da 170 alzate di sipario. Abbiamo potuto farne appena due".

Le condizioni quest'anno sono in parte diverse con molti vaccinati e il green pass. A teatro, in particolare, al momento si entra con il certificato verde, si rispettano tutte le prescrizioni (distanziamento, mascherine, gel) e la capienza massima è fissata al cinquanta per cento delle sedute. Significa comunque fare fatica.

"Non solo noi, ma anche le compagnie che ospitiamo", continua Arnone, "ripartono al cinquanta per cento. Sanno cioè che, se va bene, possono puntare al massimo alla metà dell'incasso". Così un po' di ossigeno arriva dagli abbonati ("abbiamo aperto due settimane fa la campagna e siamo già arrivati a 1.600 abbonamenti") e un po' dall'azionista del teatro, la Fininvest.

"Tanti abbonati in così poco tempo significa che c'è grande voglia di recuperare vecchi riti, socialità, eventi culturali. Quello che abbiamo perso", conclude Arnone, mentre il nuovo presidente del Manzoni, Alberto Mauri, aggiunge di augurarsi che, entro qualche mese, si possa arrivare al cento per cento di capienza.

"Tornare a capienza totale, praticare l'avvicinamento sociale"

Un'idea ripresa da Filippo Del Corno, assessore alla cultura del Comune di Milano, che ha recentemente rivolto al governo un appello per tornare alla capienza ordinaria dei luoghi di spettacolo entro la fine dell'anno. "Si può fare", commenta, "perché i luoghi di cultura sono molto sicuri, grazie al rigoroso rispetto delle prescrizioni tra cui l'obbligo del green pass per entrarvi, ma anche perché occorre ripristinare il diritto alla partecipazione culturale".

"In pandemia", conclude l'assessore, "abbiamo commesso un errore lessicale parlando di distanziamento sociale che, per me, non deve mai esistere, anzi semmai bisogna praticare l'avvicinamento sociale, e questo avviene molto a teatro. Altra cosa è il distanziamento fisico, necessario come prevenzione".

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