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Cronaca

Rimane in carcere l'accoltellatore della ragazza 'comprata in sposa': "Era ossessionato"

Lo scrive il gip, che ha accolta la richiesta del pm

Deve restare in carcere il 36enne eritreo che nella mattinata di mercoledì 17 agosto ha accoltellato una connazionale 22enne perché lei rifiutava il matrimonio combinato concordato con la famiglia in cambio di denaro. A stabilirlo il giudice per l'indagine preliminare di Milano, Fiammetta Modica, che scrive come l'uomo avesse "un'autentica ossessione" per quella ragazza, della quale aveva seguito gli spostamenti anche con l'ausilio della famiglia di origine di lei.

Rifiuta il matrimonio combinato: ragazza accoltellata

Fermato con l'accusa di tentato omicidio, l'uomo, incensurato e con permesso di soggiorno tedesco, come si legge nell'ordinanza di convalida dell'arresto, non aveva accettato la "fine della relazione e il rifiuto della donna", che nell'accordo tra le famiglie era "promessa a lui in matrimonio". Nel disporre la permanenza in carcere dell'arrestato il gip ha accolto la richiesta del pubblico ministero Grazia Colacicco.

In base a quanto ricostruito dagli inquirenti, l'uomo dopo essere arrivato a Milano dalla Germania, dove vive da 6 anni, ha rintracciato la 22enne, la quale "dormiva con alcuni connazionali" in un parchetto vicino alla stazione Centrale. I due avrebbero iniziato a discutere fino a quanto lui non ha tirato fuori un coltello da cucina e l'ha colpita con due fendenti, di cui uno le ha lesionato il polmone portandola a dover subire un intervento chirurgico d'urgenza. 

Anche dopo l'intervento della polizia di Stato, riferiscono gli atti, il 36enne non avrebbe smesso "fissare la donna con il chiaro intento di volersi scagliare su di lei". Durante l'interrogatorio l'uomo ha detto che in passato aveva mandato alla ragazza, di 14 anni più giovane, circa "15mila euro", ovvero "il denaro a lei necessario per pagare le persone che dovevano farla arrivare fino in Europa", e di aver "perso il controllo" davanti al "rifiuto" di andare a vivere con lui.

Un testimone ha riferito come l'uomo la mattina dell'aggressione avrebbe gridato "levatevi, perché la voglio uccidere". Secondo il gip la "condotta" del 36enne "non può sicuramente essere parametrata a modelli culturali diversi", in quanto vive da anni in uno Stato dove è stata "ampiamente raggiunta la parità di genere e dove i matrimoni combinati" sono "aborriti come pratica retriva".

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