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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca

"Non sono un complice, semmai un soldato di Boettcher"

Parla in aula, come testimone, Andrea Magnani, accusato di essere complice della "coppia dell'acido"

Accusato di essere il complice della "coppia dell'acido", Andrea Magnani è stato sentito in aula al processo contro Martina Levato e Alexander Boettcher a riguardo di varie aggressioni esclusa l'ultima, per la quale i due amanti sono già stati condannati. Ma la parola "complice", Magnani non vuol sentirla. Perché sostiene di non sentirsi affatto tale, semmai "soldato". E comunque ignaro del piano dei due. Afferma infatti di aver saputo che Levato e Boettcher stavano cercando testimoni per la presunta violenza sessuale subita dalla Levato. 

Il ritratto è quello di una persona che ormai stava all'ombra di Alexander Boettcher, disposto in qualche modo a venire incontro a quello che considerava un esempio da seguire. Magnani, 32 anni, era impiegato alla Mediolanum di Basiglio. "Lei, impiegato di banca, ubbidiva come un soldato?", gli ha chiesto ad un certo punto il pm Marcello Musso. E lui, tranquillo: "Se vuole descrivermi come un soldato, le dico di sì".

Il nocciolo della testimonianza è che a tirare l'acido sarebbe stata Martina Levato e non Alexander Boettcher, definito "stratega" da Magnani. E anche che lui non aveva in realtà consapevolezza delle aggressioni. In particolare, il racconto dell'aggressione a Stefano Savi, studente scambiato per il fotografo Giuliano Carparelli, pedinato finché non è arrivato a casa in via Quarto Cagnino dove - secondo lo stesso Savi - un uomo gli ha lanciato l'acido addosso. Magnani sostiene di avere aspettato in automobile e di non avere perso di vista Boettcher. E di essere sicuro che a tirare l'acido sia stata la Levato.

Quanto alla successiva aggressione a Carparelli, Magnani giustifica che sia stata usata la propria auto raccontando che Boettcher gliel'aveva chiesta in prestito asserendo che lui e la Levato avrebbero dovuto fare un viaggio fuori città, e che però nessuna delle loro due auto era utilizzabile per questo, perché vecchie e da aggiustare. 

Raccontando poi dell'ultima aggressione, ai danni di Pietro Barbini, Magnani spiega di avere visto - dall'interno dell'auto - Martina Levato lanciare l'acido. A quel punto è sceso dalla vettura mentre il giovane cominciava a gridare "aiuto". Subito dopo, Magnani e la Levato sono saliti in macchina. Il bancario racconta che la Levato gli ha messo sui genitali un contenitore di acido per minacciarlo e obbligarlo a mettere in moto. 

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